BRICS (ENCICLOPEDIA)
Abstract
Per BRICS s'intende l'acronimo dei Paesi emergenti Brasile, Russia, India, Cina e dal 2011 Sud Africa, che rappresentano ad oggi la vera locomotiva dello sviluppo economico mondiale. Solo pochi anni fa le economie di questi Paesi venivano considerate marginali, adesso sono caratterizzate da alti tassi di crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL), da ampie quote del commercio internazionale, da risorse e disponibilità di fattori produttivi tali da poter influenzare con il loro incremento gli equilibri economici e di potere mondiali. Queste economie sono caratterizzate da una storia economica comune (vedi Goldstein, 2011) da ricercare in una fase di specializzazione nella produzione dei beni primari (1870-1913); nella industrializzazione per sostituzione delle importazioni (1945-1980); nel processo di liberalizzazione (1991-1992) e nel ruolo predominante dello Stato come motore dello sviluppo. Il BRICS non rappresenta un’organizzazione internazionale, ma è piuttosto uno strumento di collaborazione tra le principali potenze che ne fanno parte. I Paesi BRICS si riuniscono annualmente in incontri in cui si discute su accordi di cooperazione multilaterale, di partenariato strategico, di utilizzo delle riserve valutarie e, nell’ultima conferenza a Durban in Sud Africa, della creazione di una Banca di sviluppo BRICS simile alla Banca Mondiale.
Origini ed evoluzioni
Il primo termine riferito ai Paesi emergenti viene utilizzato inizialmente nel 2001, ad opera di Jim O’Neill nella relazione della Banca d’Investimento Goldman Sachs dal titolo “Building Better Global Economics BRICs”, per descrivere le economie di Brasile, Russia, India e Cina (BRIC). Successivamente, con l’adesione del Sud Africa nel 2011 il termine diventa ufficialmente BRICS. L’economista americano era alla ricerca di una nuova idea di marketing bancario che spingesse gli investitori a dare sempre maggiore attenzione alle nuove potenze emergenti. La relazione suggeriva che le economie dei Paesi BRICS avrebbero dominato l’economia mondiale nel prossimo secolo e che il futuro della globalizzazione sarebbe sempre più dipeso dall’emersione dei Paesi non occidentali. Nel paper del 2001 vengono indicate le prospettive di sviluppo economico delle potenze emergenti e la costruzione di un nuovo sistema di crescita fuori dall’Occidente in grado di condizionare gli andamenti futuri dell’economia mondiale. Dopo il 2001, il termine è entrato a far parte delle relazioni internazionali andando a identificare un gruppo di Paesi emergenti che si riuniscono periodicamente per discutere di problematiche economiche e politiche.
La prima conferenza in ottica BRICS avviene in Russia nel luglio 2009, a livello dei Capi di Stato di Brasile, Russia, India e Cina. L’anno seguente, l’incontro dei Capi di Stato si tiene in Brasile, fino a giungere a quello del 2013 avvenuto a Durban in Sud Africa nel marzo 2013. Molti sono i temi affrontati nel corso degli incontri, come l’allargamento alla Russia del World Trade Organization …WTO (avvenuto nel dicembre 2012), la de-dollarizzazione delle relazioni economiche intra-BRICS (vedi accordi swap tra Cina e Brasile nel 2012), il coordinamento nei forum internazionali del G20 e delle Nazioni Unite, la riforma del sistema finanziario globale e l’adesione ai BRICS di altri Paesi. I risultati più importanti dell’ultimo incontro del 2013 a Durban riguardano la formazione di un nuovo Consiglio per gli affari dei BRICS e di una Banca di sviluppo. Gli obiettivi chiave di queste due istituzioni sono il rafforzamento delle relazioni commerciali, la promozione dei rapporti commerciali, del trasferimento tecnologico e della cooperazione nei settori bancario, della green economy, della produzione e dell’industrializzazione.
Per quanto riguarda l’allargamento, l’adesione del Sud Africa avvenuta nel 2011 rappresenta un’evoluzione del significato e dell’immagine dei BRICS, poiché il Sud Africa non è un’economia emergente al pari di Brasile, Russia, India e Cina. Il motivo dell’allargamento al Sud Africa è da ricercare nel forte interesse che le potenze BRICS, in particolar modo la Cina, hanno per il continente africano.
I BRICS nell’economia globale
La somma dei PIL dei Paesi BRICS nel 1992 corrispondeva a circa il 5.4% dell’economia mondiale, mentre oggi questa è circa il 18%. I Paesi BRICS hanno in comune un tasso di crescita medio che negli anni passati è stato più elevato di quella dei Paesi più avanzati; secondo Goldman Sachs raggiungeranno il 40% nel 2050. I cinque Paesi sono accomunati, inoltre,da una situazione demografica favorevole (insieme, i BRICS rappresentano circa il 40% della popolazione mondiale), capitali internazionali e investimenti diretti esteri (IDE), importanti dotazioni di fattori produttivi, riallocazione delle risorse da settori a basso rendimento (settore agricolo) a settori più dinamici (industria e servizi).
Brasile, Russia e Sud Africa, caratterizzate da grande ricchezza di materie prime, sono i principali Paesi esportatori di petrolio e gas nel mondo. India e Cina, caratterizzate dallo sviluppo dell’industria manifatturiera, sono i principali Paesi esportatori di merci a basso costo verso l’Occidente industrializzato.
Brasile
Il Brasile si classifica come la sesta economia più grande del mondo. È uno dei più importanti produttori di acciaio e petrolio. I settori principali dell’economia sono quello dell’agroalimentare, del petrolio, delle telecomunicazioni e dell’automotive. Gli accordi commerciali con la Cina, hanno permesso al Brasile di avere un partner economicamente affidabile, una bilancia dei pagamenti in surplus e un aumento dei consumi che ha sviluppato un importante mercato interno. Le cause dell’attuale crescita economica risalgono agli anni novanta, quando si è ridotto il rapporto debito estero … PIL al 20%, grazie ad una svalutazione della moneta che ha attirato nel Paese molti capitali stranieri. Il Real, la moneta ufficiale del Brasile, negli ultimi anni ha rafforzato la sua valutazione sul dollaro.
Tab.1 BrasileTasso di crescita in percentuale del PIL (2008-12)
Fonte: www.tradingeconomics.com
Russia
Le quotazioni internazionali di materie prime, idrocarburi e prodotti agricoli (che costituiscono la gran parte delle esportazioni) sostengono l’economia del Paese. La Russia oggi detiene l'ottavo PIL mondiale a livello nominale e nonostante una crescita comunque non irrilevante, le prospettive per l’economia russa non sono paragonabili a quelle di Brasile, India o Cina. I fattori di debolezza sono la mancanza di un tessuto di piccole e medie imprese e di infrastrutture, ma sopratutto la diffusa corruzione (nonostante la ratifica nel gennaio 2012 della Convenzione sulla lotta alla corruzione dei pubblici ufficiali nelle transazioni d’affari internazionali dell’OCSE). Sempre nel 2012 il Paese è entrato a far parte del WTO.
Tab.2 Russia Tasso di crescita in percentuale del PIL (2008-2012)
Fonte: www.tradingeconomics.com
India
Nel passato decennio il Paese ha attraversato una fase di crescita accelerata, fino a diventare nel 2011, secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale (FMI), la terza economia mondiale in termini di PPP (Purchasing power parity). L'economia dell'India è molto diversificata, dal settore agricolo al settore industriale avanzato. I servizi rappresentano circa il 60% del PIL, l’agricoltura circa il 17%, il settore manifatturiero il 16%. L'india, grazie alla diffusione ampia della lingua inglese in tutte le sue regioni, possiede una significativa vocazione all'attrazione degli investimenti stranieri con particolare riferimento a quelli del settore dell'information technology. L'India svolge inoltre un ruolo di rilievo all'interno di diverse organizzazioni multilaterali tra cui l' Association of Souheast Asian Nations (ASEAN), la South Asian Association for Regional Cooperation (SAARC), il WTO e le Nazioni Unite.
Tab.3 IndiaTasso di crescita in percentuale del PIL (2008-2012)
Fonte: www.tradingeconomics.com
Cina
(si vedano anche le voci Repubblica Popolare Cinese, Economia Socialista di Mercato, Sistema Bancario Cinese)
Negli ultimi venti anni la RPC è stata protagonista di uno sviluppo economico incontestabile, con tassi di crescita del PIL superiori al 10% all’anno che hanno traghettato la Cina da Paese del terzo mondo a leader dell’economia mondiale. In questi decenni, infatti, la RPC è riuscita a superare gravi crisi dell’economia mondiale: da quella asiatica del 1997, allo scoppio della bolla speculativa all’inizio del 2000, fino alla recente crisi finanziaria. Lo sviluppo economico della Cina è uno dei fenomeni più importanti della storia economica mondiale dal secondo dopoguerra. Oggi la Cina è la prima detentrice del dei Titoli di Stato degli Stati Uniti e la maggiore finanziatrice del suo deficit. Tra i Paesi in Via di Sviluppo la RPC è al primo posto per il flusso di Investimenti Diretti Esteri (IDE). Dal 2013 la RPC è la più grande esportatrice ed importatrice di merci del mondo con il saldo della Bilancia Commerciale in attivo di circa 200 miliardi di dollari.
Tab. 4 Cina Tasso di crescita in percentuale del PIL (2008-2012)
Fonte: www.tradingeconomics.com
Sud Africa
Il Paese produce il 33% del PIL dell’Africa Sub sahariana, i tre quarti del PIL dell’area Southern African Development Community (SADC) ed e' attualmente il 25° paese per PIL al mondo. Il settore bancario è tra i punti di forza del Paese, e si piazza tra i primi nelle classifiche internazionali della competitività, uno dei settori che ha mostrato ritmi di crescita più consistenti è proprio la finanza. L’economia è inoltre caratterizzata dall’elevato sviluppo del settore industriale e terziario e dall’elevata presenza di risorse minerarie (la principale voce delle esportazioni). E’ dotata d’infrastrutture articolate e di un settore manifatturiero caratterizzato da buon livello di produttività. Uno dei principali vantaggi competitivi del Paese rimane sicuramente la dimensione del mercato interno con un potere di acquisto della classe media in rapida ascesa.
Tab. 5 Sud AfricaTasso di crescita in percentuale del PIL (2008-2012)
Fonte: www.tradingeconomics.com
Bibliografia
BECKER U. (2013) The BRICS and Emerging Economies in comparative perspective, Oxon, Routledge
CASSIOLATO J. … VITORINO V. (2011) BRICS and Development Alternatives: Innovation System and Policies, London, Anthem Press
GOLDESTEIN A. (2011) BRIC. Brasile, Russia, India, Cina alla guida dell’economia globale, Bologna, il Mulino (http://www.mulino.it/edizioni/volumi/scheda_volume.php?vista=scheda&ISBNART=15061)
MAGRI P. … QUERCIA P. (2011) “I BRICS e noi. L’ascesa di Brasile, Russia, India e Cina e le conseguenze per l’Occidente”, Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, ISPI, Roma (http://tinyurl.com/q4yk5tv)
O’NEILL J. (2001), “Building better economic BRICs”, in GOLDMAN SACHS Global Economic Paper, No. 66, 30 November
SCAFFARDI L. (2012) BRICS: Paesi emergenti nel prisma del diritto comparato, Torino, Giappichelli
Redattore: Giovanni AVERSA