WASHINGTON CONSENSUS

Programma di riforme economiche orientate al mercato per promuovere la crescita economica dell’America Latina suggerito dalla Banca mondiale nel 1989 e adottato dai principali. L’espressione è stata coniata dall’estensore John Williamson, economista al Fondo monetario e alla Banca mondiale. Il Washington consensus (dove “consensus” ha il significato di agreement, accordo) comprende una serie di riforme che la Banca mondiale riteneva necessarie per i Paesi dell’America latina e che questi si impegnavanoa realizzare. L’elenco è stato riassunto dalla Banca mondiale in dieci punti: contenimento del deficit pubblico, reindirizzo della spesa pubblica verso l’istruzione, la sanità e gli investimenti infrastrutturali, riforma tributaria con estensione della base imponibile e riduzione delle aliquote marginali, determinazione dei tassi di interesse e del tasso di cambio rimessa al mercato, liberalizzazione degli scambi, apertura agli investimenti esteri, privatizzazione delle imprese pubbliche, deregulation, garanzie stituzionali per i property rights. Le stesse condizioni sono state più o meno imposte dall’Unione europea nell’assistenza ai Paesi dell’est ex comunisti e le repubbliche sorte dalla dissoluzione dell’URSS. Il Washington Consensus è stato ripreso e riscritto in 73 punti nel Monterrey Consensus, un documento approvato dai Capi di Stato convenuti a Monterrey nel marzo 2002 per l’UN International Conference on Financing for Development.

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