MONETA INTERNAZIONALE

Moneta, effettiva o ideale, usata, in quanto generalmente accettata, nelle transazioni tra Paesi con diversi sistemi monetari e, quindi moneta forte, preferita in quanto tale come moneta di riserva.

1. Il concetto è generico, non tecnico (non esiste una definizione giuridica o statistica di “moneta internazionale”). L’oro, monetato e non, è stata la prima moneta internazionale della storia, cui si sono affiancate nel Medioevo e in Età moderna monete di conto, in cui erano stilate le lettere di cambio, che evitavano i trasferimenti materiali di metallo e permettevano di trasferire il credito e di compensare (p.e. nelle fiere) debiti e crediti superando le difficoltà nascenti dalla diversità di unità monetarie in uso sulle diverse piazze. In età contemporanea alcune monete sono state o sono mezzi di pagamento di accettazione generale delle transazioni internazionali: la lira sterlina, il dollaro USA, il franco svizzero, ma anche il franco francese, il marco tedesco, lo yen, il rublo e il dollaro di Hong Kong. L’ambito plurinazionale degli scambi, entro cui simili valute esercitano il ruolo dominante e generalmente accettato di pressoché unico mezzo di pagamento, è un’area valutaria (detta anche zona valutaria) che prende il nome da tale moneta (area del dollaro, della sterlina, del marco ecc.). L’accettazione del rublo era imposta dalla posizione speciale dell’URSS nell’area del Comecon. Se si esclude questo egli altri possibili casi di dominazione politicomilitare (protettorato, vassallaggio, zona di occupazione, come per il Reichsmark durante la guerra 1939-45), la condizione indispensabile richiesta a una moneta per svolgere un ruolo di moneta internazionale è di essere liberamente convertibile (convertibilità della moneta). Ogni moneta convertibile circola nei regolamenti internazionali ed entra a far parte delle riserve ufficiali di un Paese. Ma solo alcune monete sono mezzi di pagamento di accettazione generale preferite di gran lunga alle altre e, come tali, costituiscono la moneta internazionale e costituiscono la maggior parte della moneta di riserva (correntemente detta in it. valute di riserva) cioè le riserve ufficiali di un Paese. Oggi la moneta internazionale più importante è il dollaro USA, che a fine 2000 costituiva il 68,2% del totale delle riserve ufficiali mondiali. Segue l’euro col 12,7 %, lo yen col 5,3%, la lira sterlina col 3,9% e il franco svizzero con lo 0,7% (v. riserve ufficiali). Prima della conversione all’euro, nel 1998, la seconda moneta più preferita, dopo il dollaro USA, per la riserva valutaria era il marco tedesco col 12,2% del totale mondiale.

2. Benefici e svantaggi per l’emittente di moneta internazionale. a) L’internazionalizzazione della moneta arreca al Paese emittente il notevole beneficio del signoraggio. Ciò si verifica anche nel caso di banconote, la forma contemporanea di moneta internazionale, in quanto il portatore delle banconote è anche portatore di un credito sul quale la banca centrale non corrisponde interessi. Questo beneficio è ragguardevole per gli Stati Uniti, per il quale si stima, sulla base dello stock di riserve ufficiali mondiali, che la circolazione di oltre due terzi dei dollari avviene all’estero, ma è oggi significativa anche per l’euro (12,7% delle riserve ufficiali mondiali) e, prima dell’euro per la Germania (l’area del marco tedesco si estendeva al Benelux, all’Europa dell’Est e ai Balcani), per il Giappone (yen 5,3%), per il Regno Unito (lira sterlina 3,9%) e per la Svizzera (franco svizzero 0,7%). Beninteso l’entità del beneficio del signoraggio dipende dal livello dei tassi di interesse. Può considerarsi anche come beneficio da signoraggio il valore aggiunto dell’incremento di attività delle banche del Paese emittente e il minor tasso di interesse sulle emissioni di obbligazioni e sui prestiti in moneta internazionale generalmente corrisposti dallo Stato e dalle imprese del Paese emittente la moneta internazionale. Altri benefici sono il risparmio di riserve ufficiali e quello del rilievo che lo status internazionale del Paese emittente acquisisce, poco quantificabile ma significativo in termini di immagine e di pressione politica. b) L’internazionalizzazione può portare però anche svantaggi quali la vulnerabilità del cambio e i limiti all’azione delle Autorità monetarie, chepossono essere costretto a politiche monetarie non in linea con gli interessi del Paese. P.e. la Federal Reserve degli Stati Uniti ha dovuto in diverse occasioni tenere bassi I tassi di interesse per aiutare i Paesi fortemente indebitati in dollari. Nell’insieme sembra che i benefici hanno finora superato gli svantaggi.

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