INTERNET

Acr. di: interconnected networks. Insieme mondiale di reti interconnesse che impiegano i protocolli TCP/IP per comunicare,al quale sono collegati milioni di elaboratori detti host (appartenenti a istituzioni, università, istituti di ricerca, organizzazioni commerciali, utenti privati ecc.) che scambiano dati e messaggi sotto forma di testi, immagini e suoni. Attraverso Internet possono essere trasmessi fax, files, posta elettronica, comunemente denominata e-mail, un servizio avviato nel 1971 che costituisce ancora oggi l’impiego più diffuso di Internet, insieme al WWW, ed è possibile l’accesso a banche dati, a bulletin board systems (BBS) e a computer remoti e la partecipazione a gruppi di discussione (newsgroup). Nel 1973 due ricercatori americani, Vinton Cerf e Bob Kahn, che lavorano a un progetto dell’Advanced Research Project Agency (ARPA) di interconnessione fra reti a commutazione di pacchetto, definiscono le regole standard per tale tipo di collegamento. Da quel momento il termine “Internet” viene utilizzato per indicare l’insieme di reti telematiche che colloquiano attraverso un protocollo standard. Il WWW (World Wide Web), che permette una navigazione semplice e intuitiva, ha determinato la diffusione capillare dell’uso di Internet negli anni Novanta. WWW, correntemente usato come sin. di Internet, è solo una parte di questa. v. anche arpanet; ethernet; intranet.

1. Breve storia di Internet. a) Alle origini della rete. Negli anni Sessanta l’ARPA (l’Advanced Research Project Agency dell’US Department of Defense, rinominata nel 1972 Defense Advanced Research Project, DARPA) viene incaricata di ideare una rete di comunicazione capace di resistere a un attacco nucleare.Il risultato di tale sforzo di ricerca è Arpanet (Advanced Research Projects Agency Network), attivata nel 1969, che inizialmente collega centri di ricerca e fornitori del Pentagono. Contemporaneamente viene creato e applicato ad Arpanet uno standard di comunicazione dati chiamato TCP/IP (Transmission Control Protocol/Internet Protocol). L’adozione di un protocollo unico di trasmissione dati garantisce che tutti i computer della rete possano comunicare tra loro senza problemi, parlando infatti tutti la stessa “lingua”. Questo sistema si rivela efficace al punto che lo standard TCP/IP comincia a essere adottato in tutto il mondo anche per applicazioni diverse da quelle militari. Contemporaneamente cominciano a diffondersi sistemi operativi (Unix) che implementavano vari metodi di gestione di piccole reti locali di computer, tra i quali anche il TCP/IP. Grazie alla maggiore diffusione di sistemi operativi per mini e personal computer dotati di capacità di networking, gli anni 70 sono caratterizzati dalla proliferazione di altre reti indipendenti: nascono, tra le altre, Bitnet (Because It’s Time Network) ed Usenet (User’s Network), reti non commerciali dedicate allo scambio di posta,messaggi e conferenze. Tutte queste reti continuarono ad operare in maniera autonoma e quindi indipendente, appoggiandosi su connessioni dedicate via cavo.

2. Diffusione e privatizzazione. Il vero cambiamento si ha nel 1983, quando l’ente scientifico governativo americano NSF (National Science Foundation) installa sei centri di calcolo basati su supercomputer situati in postazioni remote e decide di mettere liberamente a disposizione le loro risorse a istituzioni di ricerca non commerciali. Per risolvere il problema di consentire un accesso facile e affdabile a questi sistemi da parte di altre reti di computer (p.e. quelle presenti nelle università) NSF, scartata per intoppi burocratici e problemi di sicurezza l’ipotesi di appoggiarsi alla rete Arpanet già esistente, decide di istituire una propria rete autonoma, che prese il nome di NSFnet, basata sul protocollo Internet. Usare linee dedicate per connettere NSFnet a ciascuna università sarebbe però costato una fortuna, in quanto i costi di un simile collegamento aumentano con la lunghezza del cablaggio. Si decide quindi di usare le normali linee telefoniche. Fino a quel momento l’accesso alle reti era rimasto prerogativa degli enti militari o delle grandi compagnie commerciali, dotate di apparecchiature molto costose; la NSFnet iniziò ad incoraggiare le università ed i piccoli enti scientifici non commerciali a collegarsi ai propri computer e a sfruttarne liberamente le risorse. Al mondo universitario veniva cosi offerta la possibilità di accedere alle rete NSFnet attraverso i computer delle proprie facoltà. La maggior parte delle università disponeva inoltre di proprie reti interne, le quali a loro volta erano interconnesse con reti locali appartenenti ad altre università ed enti pubblici, situati sia negli USA che in altre parti del mondo. Poiché una delle caratteristiche di TCP/IP (il protocollo Internet) consiste nell’indipendenza delle connessioni (qualsiasi computer può cioè raggiungerne un altro, indipendentemente dalla distanza, dalla dislocazione o dalla rete di appartenenza) questa interconnessione multipla trasformò in pratica una serie di piccolereti locali in un’unica rete globale, garantendo ad un numero sempre crescente di persone l’accesso ad una quantità enorme di sistemi e di risorse. Ma d’altro canto il traffico di Internet aumentò fino alla saturazione delle risorse disponibili. Nel 1987, IBM, MCI e Merit Network Inc., ricevettero in appalto la manutenzione e l’aggiornamento della rete. Nel frattempo tra il 1983 e il 1987 la tecnologia aveva fatto enormi passi in avanti e la scelta più ovvia fu quella di sostituire la tecnologia precedente con linee telefoniche e computer più veloci. Con la crescita della rete, crebbe la consapevolezza delle possibilità commerciali della cosiddetta “Superautostrada dell’informazione”. Poiché NSF era un ente governativo, non poteva appoggiare l’utilizzo commerciale di Internet. Si svilupparono quindi altre reti locali, come la Uunet, che sostenevano l’uso della rete come strumento commerciale. Queste stesse reti si unirono poi a NSFnet. Bisogna comunque aspettare fino ai primi anni Novanta, per assistere al vero e proprio boom nella diffusione di Internet nel mondo e al suo successivo utilizzo a scopi commerciali. Nel 1990, un accordo fra il Michigan Education and Research Infrastructure Triad (MERIT), lo Stato del Michigan, l’IBM e la MCI - che costituiscono una società senza fini di lucro denominata Advanced Networks and Services (ANS) - porta alla definizione di un’organizzazione della rete articolata su tre livelli (dorsali, reti regionali, reti universitarie). Tale nuova rete viene denominata ANSnet.

3. Nascita del WWW. Nel 1991 Tim Berners- Lee sperimentò, presso il CERN (Conseil Européen pour la Recherche Nucléaire) di Ginevra, il World Wide Web (WWW), un sistema capace di semplificare la navigazione su Internet, e coniò sigle come HTTP, HTML, URL; nuovi strumenti mediante i quali la cosiddetta navigazione all’interno di Internet diventava molto più intuitiva e accessibile per il grande pubblico. Inoltre contemporaneamente e come logico completamento all’invenzione dell’ipertesto fu inventato il primo strumento grafico per esplorare la rete, il programma Mosaic, al quale seguirono ben presto gli ormai famosi Netscape Navigator e Internet Explorer mezzi ormai indispensabili per l’esplorazione del World Wide Web. Il 30 aprile del 1993, su pressione di Berners Lee, al CERN venne firmato un documento nel quale si stabiliva che il protocollo e il codice che fa “girare” il Web non erano di proprietà di nessuno. Lo stesso Berners Lee dichiarò: “Se la tecnologia fosse stata di mia proprietà e sotto il mio controllo non sarebbe mai decollata. La decisione di fare del Web un sistema aperto era necessaria per renderlo universale. Sarebbe assurdo proporre che uno spazio sia aperto a tutti e al tempo stesso volerlo controllare.” Tutto ciò ha posto le basi per lo sfruttamento commerciale della Rete. Negli anni Novanta l’aumento esponenziale del traffico e la conseguente necessità di procedere a consistenti investimenti spinge la NSF a rivedere la propria politica verso Internet. Le reti regionali vengono progressivamente aperte a utilizzatori privati (non universitari) e a Internet service provider (ISP) per reperire le risorse necessarie al potenziamento delle infrastrutture. L’apertura ai privati determina un’ulteriore espansione del traffico. Agli anni Novanta risale il crescente interesse per la rete da parte degli operatori telefonici americani e la creazione di nuove dorsali a gestione privata. Nel 1994 il Governo americano decide di procedere alla privatizzazione di ANSnet, con l’obiettivo di affidarne lo sviluppo alle forze del mercato. Nel 1995 ANSnet viene venduta ad “America Online” e la NSF abbandona il ruolo di finanziatore pubblico e fornitore diretto di accesso alla rete.

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