ALFA DI JENSEN
L’Alfa di Jensen rientra tra gli indici di rendimento "risk-adjusted" e misura il rendimento incrementale o extrarendimento che un fondo di investimento ha prodotto rispetto alla redditività che avrebbe dovuto offrire sulla base del suo livello di rischio sistemico1.
La qualità di un fondo, infatti, è normalmente misurata confrontando la sua performance con quella del benchmark di riferimento. In una gestione attiva, il gestore tenterà di battere il benchmark sovrappesando o sottopesando alcuni titoli del portafoglio (discostandosi così dal benchmark) che lui stesso ritiene sottovalutati/sopravalutati. Se si considera il rischio sistemico beta () del fondo e pertanto la correlazione tra il rendimento del fondo e quello del benchmark di riferimento, i fondi che presentano un valore dell’alfa di Jensen elevato hanno prodotto un rendimento (o extrarendimento) maggiore rispetto a quello che avrebbero dovuto registrare sulla base del solo rischio sistemico.
Per calcolare l’alfa di Jensen è necessario individuare:
- il differenziale medio tra il rendimento del fondo e quello dell’attività priva di rischio;
- il coefficiente beta () del fondo;
- il differenziale medio tra il rendimento del benchmark e quello dell’attività priva di rischio.
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1Assogestioni, (2006), "Guida italiana al risparmio gestito", Milano.
Redattore: Mirko IORI
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