VAR
Acr. di: Value At Risk (it.: valore a rischio).Massima perdita prevista, per un certo livello di probabilità e lungo un dato intervallotemporale, a seguito di mutamenti sfavorevoli nelle variabili di mercato, sulla quale si basano le metodologie di risk management. A un livello di probabilità più elevato (che equivale a un intervallo di confidenza più ristretto) corrisponderà una maggiore certezza per il decisore che il valore di massima perdita prevista effettivamente comprenda (sia quindi maggiore o uguale) le perdite che potranno essere realizzate in futuro, considerando fissato il portafoglio e l’intervallo di tempo in cui si effettua l’analisi. Per un livello di probabilità pari a 1, il valore della massima perdita prevista assume valori molto elevati poiché vengono considerati anche eventi estremamente improbabili che rendono priva di ogni utilità la valutazione effettuata e la misura ottenuta per il valore a rischio. Il rischio di mercato è rappresentato dalla possibilità di perdite nel valore economico del portafoglio della banca a causa dell’incertezza e dell’imprevedibilità dei valori futuri che le principali variabili macroeconomiche (tassi di interesse, cambi ecc.) possono assumere. Le perdite future attese possono essere stimate specificando la distribuzione di probabilità che caratterizza queste ultime (funzione di densità di probabilità) e stimando il rischio di mercato mediante la definizione dei parametri che caratterizzano la funzione di densità di probabilità stessa. Nel caso di distribuzioni di tipo normale, il valore a rischio (calcolato per un livello di probabilità fissato) può essere rappresentato utilizzando la funzione VA R = L*dev(dP) – E(dV) dove dev(dP) indica la deviazione standard delle variazioni dei prezzi delle attività finanziarie; E(dV) il valore atteso delle variazioni di valore del portafoglio; L il parametro, ricavabile dalle tavole della distribuzione normale standardizzata, associato all’intervallo di confidenza scelto per il calcolo. La misura del valore a rischio è ottenuta direttamente dalla distribuzione di probabilità cumulata delle variazioni dei prezzi. l VAR riflette la coda sinistra di tale distribuzione di probabilità, in corrispondenza della quale si identificano le variazioni in diminuzione neiprezzi, ovvero per perdite nel valore del portafoglio. Dalla distribuzione normale cumulata è possibile ottenere un’indicazione circa la probabilità che il valore del portafoglio della banca possa variare in misura maggiore o uguale a un certo valore. Nella pratica, si può calcolare il VAR prendendo in considerazione un intervallo di tempo molto breve (p.e. 1 giorno) ipotizzando pari a 0 il valore atteso delle variazioni dei prezzi (o del valore del portafoglio). Poiché, inoltre, il contributo marginale di una posizione al rischio complessivo del portafoglio dipende dalle altre posizioni contenute nel medesimo portafoglio e dall’andamento delle principali variabili economiche, un sistema accurato di misurazione del rischio deve tenere conto delle interrelazioni che possono sussistere tra le componenti del portafoglio, e tra queste ultime e le rilevanti variabili di mercato. Nel calcolo del VAR, infatti, il rischio finanziario viene misurato in modo integrato. Tutti i sistemi di misurazione del capitale a rischio sono caratterizzati da una visione globale del rischio finanziario, dall’utilizzo di informazioni statistiche rilevanti (con riferimento al mix attivo/passivo del portafoglio, ma anche rispetto alle principali variabili di mercato e alle correlazioni reciproche) e dal riconoscimento delle interrelazioni tra diverse classi di attività e passività e degli eventuali benefici effetti della diversificazione per la riduzione del rischio complessivo del portafoglio. Il VAR si propone pertanto come uno strumento che potenzialmente offre all’alta direzione una visione globale e una quantificazione su basi statistiche del rischio finanziario a livello di intera banca, intesa come portafoglio di attività e passività con valori di mercato incerti e variabili nel tempo.