SVILUPPO UMANO (ENCICLOPEDIA)
L'idea di sviluppo umano porta l’attenzione su un concetto di ampia portata che si concentra su quei processi che espandono le possibilità di scelta degli individui e che migliorano le loro prospettive di benessere (UNDP 1990), diversamente dall’idea di sviluppo economico inteso come funzione del reddito. Lo sviluppo umano è inteso come un fine e non come un mezzo dello sviluppo economico (UNDP 1990).
Questo approccio si differenzia dalle teorie classiche sulla crescita economica in quanto trasferisce l’enfasi dall’idea di povertà, in termini assoluti, a quella di disuguaglianza (Sen 2000). Sostenitori delle teorie sullo sviluppo umano hanno dimostrato come la crescita, in termini di Prodotto Interno Lordo, non sia una condizione sufficiente a garantire l’espansione delle possibilità di scelta per tutti gli individui (Sen 1994, 2000). In uno studio recentemente pubblicato dall’Associazione di Sviluppo Sostenibile e Capacitazione è stato sottolineato come prendendo ad esempio i due casi di Uruguay e Arabia Saudita sia evidente che ad alti livelli di reddito non corrisponde necessariamente un adeguato livello di sviluppo umano. Nonostante il livello di reddito dell’Uruguay sia inferiore a quello dell’Arabia Saudita (UNDP 2007), le persone in Uruguay hanno un’aspettativa di vita più lunga, il tasso di alfabetizzazione delle donne è più alto, un numero inferiore di bambini muore prematuramente e la popolazione gode di maggiori libertà sostanziali rispetto al paese arabo (Severine and Shahani 2009).
Allo stesso modo, il concetto di sviluppo umano va inteso come un superamento delle teorie della crescita economica fondate sulla formazione di capitale umano, che considerano l’investimento sugli individui come strumento in grado di produrre ricchezza (si veda anche sito UNDP). Infine, tale approccio si differenzia dalla teoria welfaristica tradizionale e dall’approccio fondato sui bisogni primari (Baldi 1998, UNDP). L’approccio fondato sullo sviluppo umano ha come obiettivo quello di espandere le capacitazioni degli individui rendendoli soggetti attivi dello sviluppo piuttosto che beneficiari.
Negli anni 90, l’economista pakistano, Mahbub ul Haq, ha identificato i quattro principi chiave dello sviluppo umano: (Severine and Shahani 2009, pp.29-30)
1. Equità: si riferisce al concetto di giustizia e imparzialità e incorpora una speciale attenzione alla giustizia distributiva tra gruppi. Il concetto di equità si differenzia da quello di eguaglianza nel senso che esso impone di considerare che i gruppi più svantaggiati, ad esempio le donne, gruppi di minoranza, possano necessitare di un trattamento preferenziale.
2. Efficienza: è legato all’uso ottimale delle risorse disponibili. E’ necessario dimostrare che un determinato intervento sia quello che offre i maggiori benefici in termini di capacitazioni per la maggior parte della popolazione.
3. Partecipazione ed empowerment: che consente agli individui di divenire agenti dello sviluppo. Esso si sostanzia attraverso l’effettivo coinvolgimento dei cittadini nelle dinamiche istituzionali di carattere sociale o politico.
4. Sostenibilità: si riferisce ad una forma di sviluppo i cui risultati nelle tre sfere, sociale, economica e ambientale, siano durevoli nel tempo, con specifico riferimento alle future generazioni.
Come si è detto l’approccio fondato sullo sviluppo umano è multidimensionale e plurale (Severine and Shahani 2009) esso include tra le altre le seguenti questioni:
- progresso sociale, inteso in termini di aumento dei livelli di formazione superiore, equo accesso ad una nutrizione migliore e ai servizi sanitari;
- crescita economica, intesa come riduzione delle disuguaglianze all’interno della società;
- garanzie di sviluppo ed espansione delle capacitazioni per le categorie e gruppi svantaggiate o marginalizzate, incluse le donne, i più poveri, le minoranze;
- espansione delle libertà sostanziali (Sen 2000) e protezione dei diritti umani degli individui;
- sostenibilità nelle tre dimensioni economica, ambientale e sociale;
- sicurezza umana, che considera come le persone vivono in una società, quanto liberamente esercitano le proprie scelte, quanto accesso hanno alle opportunità sociali e se vivono in una situazione di conflitto (UNDP 1994).
Tra i più importanti sostenitori della teoria sullo sviluppo umano emergono Amartya Sen, che nel 1998 ottenne il premio Alfred Nobel per l’economia per il suo contributo alla teoria e il suo approccio fondato sulle capacitazioni e Mahbub ul Haq, fondatore nel 1990 del Rapporto sullo sviluppo umano.
Bibliografia
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BALDI S., “L’indice di sviluppo umano delle Nazioni Unite. Vantaggi e limiti della misurazione sintetica dello sviluppo” in Affari Sociali Internazionali, n.3, 1998, Franco Angeli Editore.
SEVERINE D. and SHAHANI L. (Eds), An introduction to the Human Development and Capability Approach, London, Sterling VA, 2009.
SEN A., La diseguaglianza: un riesame critico, Bologna, Il Mulino, 1994.
SEN A., Lo Sviluppo è Libertà, Milano, Mondadori 2000.
UNDP, Human Development Report 1990, New York, Oxford University Press 1990
UNDP, Human Development Report 1994, New York: Oxford University Press, 1994
UNDP, Human Development Report 1995, New York, Oxford University Press 1995
UNDP, Human Development Report 2007, New York: Oxford University Press, 2007.
Redattore: Valentina GENTILE
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