SIGNORAGGIO

Il termine indicava il reddito del sovrano o di un signore feudale derivante dalla coniazione monete e di fondere lingotti col sigillo. Il signoraggio (dal fr. seigneuriage; ingl. seigniorage) era percetto sotto forma di tassa a carico della zecca. Abolito come tributo, il termine è passato a indicare il beneficio ricavato dalla monetazione per differenza tra valor nominale della moneta e valore del metallo in essa contenuto. Per estensione, signoraggio indica oggi i benefici ricavati dall’emissione di carta moneta, cui corrisponde un debito dell’emittente sul quale non vengono corrisposti nteressi. L’entità del beneficio del signoraggio dipende dal livello dei tassi di interesse. Questo beneficio è aumentato nel caso in cui la valuta di uno Stato opera come moneta internazionale e buona parte della moneta emessa circola all’estero. Nel caso di moneta internazionale può considerarsi come beneficio da signoraggio anche il valore aggiunto dell’incremento di attività delle banche del Paese emittente, il minor tasso di interesse sulle emissioni di obbligazioni e sui prestiti in moneta internazionale generalmente corrisposti dallo Stato e dalle imprese del Paese emittente, il risparmio di riserve ufficiali e il rilievo che lo status internazionale del Paese emittente acquisisce, poco quantificabile ma significativo in termini di immagine e di pressione politica.

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