SCHEDA PERFORATA
Scheda rettangolare di cartoncino di formato standard (187,3x82,5 mm) per l’input di dati in una macchina meccanografica e negli elaboratori di prima generazione e, un tempo, anche per l’output dei dati elaborati da questi ultimi. Le informazioni erano inserite sulla scheda mediante perforazione secondo un codice convenzionale internazionale. Particolari lettori provvedevano alla conversione dei dati delle schede in segnali elettrici trasmessi alla macchina elaboratrice, a una stampante o ad altra periferica. Schede perforate collegate l’una all’altra in modo da formare un nastro, erano impiegate già dal primo Settecento in Francia per il controllo automatico dei telai (il più noto perfezionamento del sistema è il telaio di Joseph-Marie Jacquard, 1752-1834). Altro impiego noto delle schede perforate è quello compiuto nell’Ottocento da Ada Byron Lovelace per la “macchina analitica” di Babbage (v. elaboratore elettronico). L’accorgimento è stato ripreso alla fine del XIX secolo da Herman Hollerith (1860-1929) per rendere grandi quantità di informazioni automaticamente leggibili e quindi elaborabili da macchine elettromeccaniche (il cui primo impiego è stato fatto per l’elaborazione del Censimento statunitense del 1890). Hollerith è stato il fondatore della Tabulating Machine Company (1896), diventata poi, attraverso successive incorporazioni, l’International Business Machines Corporation (IBM). Sin. di scheda perforata: scheda Hollerith; scheda meccanografica, punch card.