METODO DEL PERIODO DI RECUPERO
In uso da tempo immemorabile nel mondo degli affari, il metodo del periodo di recupero (detto anche del periodo di restituzione, pay-back period method, PBK) non tiene conto del tasso d’interesse, considera solo il tempo richiesto perché il flusso dei profitti dei progetti di investimento ne ripaghi il costo e sceglie il progetto che abbia il periodo di recupero più breve. Il profitto è definito come l’utile netto dopo le imposte, più oneri finanziari e ammortamenti; gli investimenti possono includere o escludere i terreni e il circolante, per tener conto che gli uni non sono ammortizzabili e l’altro è autoliquidantesi. Inoltre, il periodo di pay-back può includere o escludere il tempo impiegato per la costruzione e partire, quindi, rispettivamente dall’inizio dell’investimento o dal suo avvio in produzione. Una variante di questo metodo è quello del periodo di pareggio finanziario, che impiega, in luogo del profitto, il cash flow netto. Esso è definibile quindi come il numero di anni necessari perché l’accumulazione dei flussi netti positivi generati dall’investimento eguaglino i flussi netti negativi iniziali. In altri termini, è l’arco di tempo entro il quale i mezzi finanziari impiegati nel progetto ritornino in forma liquida. In luogo dei flussi correnti, possono impiegarsi quelli attualizzati e allora si ha il metodo del periodo di pareggio (finanziario) attualizzato. L’indice del payback period ha due corrispondenti nel price/cash flow ratio e nel price/earnigs ratio, impiegati nelle valutazioni di borsa.