MERCHANT BANK

Istituzione finanziaria tipica del sistema bancario inglese, i cui originari principali compiti erano: l’accettazione di cambiali, l’emissione e il collocamento di prestiti e titoli, l’amministrazione di portafogli. Storicamente le banche mercantili si occupavano del commercio internazionale ed utilizzavano la loro conoscenza degli operatori per garantire le cambiali da questi emesse attraverso la concessione di un credito di accettazione, ricevendone in contropartita una commissione. Cambiali così accettate godevano di una maggiore fiducia e commerciabilità e potevano essere scontate sul mercato ad un tasso più favorevole. Il merchant banking è oggi conosciuto e sviluppato in tutti i paesi economicamente più avanzati e si caratterizza essenzialmente attraverso le seguenti attività: consulenza e assistenza nelle problematiche della finanza d’impresa; organizzazione delle operazioni per il reperimento di fondi, a titolo sia di capitale di rischio sia di capitale di credito, in favore di imprese; assunzione, anche mediante l’adesione a sindacati di collocamento e garanzia, di obbligazioni e azioni (e valori mobiliari in genere), normalmente in via temporanea e finalizzata al loro classamento, in particolare nel mercato ufficiale di borsa. Nel nostro Paese manca una disciplina specifica sul merchant banking. Alcune deliberazioni del CICR e della Banca d’Italia disciplinano la partecipazione degli enti creditizi alle società di merchant banking. In realtà, con l’entrata in vigore della l. 2.1.1991 n. 1 sulle SIM gran parte dell’attività di merchant banking tipica sembra rientrare in quella di intermediazione mobiliare come definita dalla legge citata. Si tenga tuttavia presente che attualmente l’attività di intermediazione finanziaria è disciplinata dal TUF (d.lg. 24,2.1998 n. 58), che ha abrogato la l. 2.1.1991 n. 1.

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