MASSIMALE SUGLI IMPIEGHI
Strumento della politica creditizia consistente nel fissare un limite massimo all’espansione degli impieghi bancari. Il massimale degli impieghi è realmente operante soltanto se, al tasso di interesse corrente, vi è un’eccedenza di domanda di crediti che le banche sarebbero disposte a soddisfare in assenza del limite posto dall’autorità di controllo. Il massimale può essere fissato sia per il totale che per categorie particolari di impieghi bancari. Nel primo caso le banche tenderanno a spostare i loro impieghi verso i titoli, determinando così una diminuzione dei tassi di interesse sul mercato finanziario rispetto a quello del mercato monetario (c.d. twist dei tassi di interesse). In Italia il controllo del credito attraverso il massimale degli impieghi è stato attuato dalla Banca d’Italia per la prima volta il 26.7.1973. Nel 1978 venne attenuata la portata di tale provvedimento, che fu poi abolito nel 1983. Esso venne ripristinato in seguito in circostanze di gravi crisi valutaria: dal 16.1.1985 al giugno 1986 e dal 13.9.1987 fino al 31.3.1988 (v. controllo amministrativo del credito).