LIRA STERLINA
Codice ISO: GBP. Sterling (v. argento) fu il nome dato al sistema monometallico argenteo al tempo del re Enrico II d’Inghilterra(1154-1189), allorché la monetazione del regno fu affidata ai mercanti dell’Europa continentale, che provenivano dall’area compresa tra la foce del Reno e quella dell’Elba. Questo sistema si basava sulla libbra locale, il pound, che secoli prima aveva sostituito la libbra romana e poi quella importata dai normanni. Come altre libbre monetarie, anche quella importata aveva subito un processo di deterioramento. Un po’ ovunque nel Medioevo era invalso l’uso di due libbre: chi commercia usa una libbra grande per acquistare e una piccola per vendere. Guglielmo I il Conquistatore, incoronato re nel 1066, provvide, tra l’altro, a dare un certo ordine all’amministrazione del regno e fece depositare il campione della nuova libbra di circa 350 grammi nella Torre di Londra. Il suo penny, o denaro, essendo battuto come 11240 di libbra doveva pesare 1,45 grammi. Lo scellino o soldo di 1120 di libbra continuò arimanere moneta di conto. Libbra, scellino e denaro subirono gli effetti delle guerre e si ridussero progressivamente di peso. Sotto Edoardo III, tra il 1343 e il 1351, la libbra come piede monetario doveva pesare 280 grammi, lo scellino come moneta di conto 14 grammi e il penny 1,16 grammi circa. La prima emissione dello scellino avvenne a cavallo tra il XV e il XVI secolo al tempo di Enrico VII e non doveva pesare più di 7 grammi e mezzo. Nel 1601, al tempo di Elisabetta, la libbra d’argento si era ridotta a 111 grammi e lo scellino, che pesava5,6 grammi, diventò moneta base del sistema monetario inglese. Nel frattempo anche l’Inghilterra ha provveduto a coniare l’oro. A far data dal 1257, sotto Enrico III, è battuto un aureo del peso di 7,5 grammi in lega e quindi non ha la fortuna del fiorino fiorentino, che ha due importanti caratteristiche: è d’oro a 24 carati e pesa solo 3,53 grammi, per cui è perfettamente adatto alle esigenze dei commerci interni e internazionali dell’epoca. Soltanto nel 1465, al tempo di Edoardo IV, viene emesso un pezzo d’oro, detto angel, di 5,5 grammi. Nel 1489 l’Inghilterra di Enrico VII si dota di una moneta d’oro di uguale peso del pound, che come piede monetario per coniare monete d’oro si è ridotto nel frattempo a 16,59 grammi. La sterlina diventa dunque moneta aurea effettiva di 20 scellini e per le effigi che reca impresse viene comunemente detta la “sovrana”. Dal tempo di Enrico VIII, a far data forse dal 1526, questa sterlina, che si è ridotta a circa 11,40 grammi, è accompagnata dalla mezza e dal quarto di sovrana.Quest’ultimo pezzo d’oro prende il nome di “corona”, pesa 3,6 grammi e vale 5 scellini d’argento. Nel 1611, sotto Carlo II Stuart, viene battuta anche la “ghinea” del valore iniziale di 20 scellini, per poi aumentare di valore fino a 30 scellini e, infine, ribassata nel 1717 a21 scellini, ossia una sterlina e uno scellino. Intanto, pochi anni prima, nel 1704, il biglietto della Banca d’Inghilterra, creata nel 1694, era diventato moneta legale. Nel XVIII secolo, di nuovo anche in Inghilterra moneta d’oro, moneta d’argento, moneta di carta e moneta divisionaria subiscono, anche se in misura minore rispetto a quanto accade in altri paesi, un sistematico degrado, che si accentua durante le guerre napoleoniche. Quando l’Europa ritrovala pace la sterlina moneta di conto per l’argento si riferisce a un peso di 104 grammi, cui corrisponde una libbra per l’oro di circa 7,3 grammi. Tra il 1816 e il 1821, dopo approfondito dibattito, ha luogo la svolta storica nella monetazione britannica. È scelto infatti il tallone aureo e la sterlina pound di 7,3 grammi, sempre di 20 scellini, è trasformata in moneta effettiva in lega a 22 carati. L’esatto peso del fino è di 7,322382 grammi. Questa moneta è affiancata dalla sterlina di carta di pari valore e liberamente convertibile in moneta d’oro. Nasce così il nuovo sistema monetario noto come gold standard. Sterlina oro e sterlina carta rimangono strettamente unite e stabili fino allo scoppio della prima guerra mondiale, durante la quale la convertibilità è sospesa e la sterlina carta si inflaziona. Dal 1919 ha inizio un sofferto processo deflazionistico, durato alcuni anni, per consentire alla sterlina carta di recuperare il suo valore originario in oro. Il 28.4.1925 si ripristina il cambio prebellico di 4,8664 dollari statunitensi, senza tuttavia poter operare come prima in regime di gold standard, che dopo la guerra è rimasto appannaggio solo del dollaro USA. La Banca d’Inghilterra non ha la forza per ripristinare la convertibilità del biglietto e per difenderla. Nasce pertanto il particolare regime di gold bullion standard, che consente la convertibilità solo per importi corrispondenti almeno al valore minimo di 400 once di oro fino, con un’oncia di 31,10 grammi. Il 21.9.1931 la Gran Bretagna è però costretta ad abbandonare il gold bullion standard e a creare l’Exchange Equalization Account (EEA) per la difesa del cambio valutario. Nel 1935, in seguito alla svalutazione del 40,94%o del dollaro effettuata da Roosevelt nel 1934, la sterlina deve essere svalutata del 43% circa. Quando nel settembre del 1939 scoppia la seconda guerra mondiale tutto l’oro della Banca d’Inghilterra è trasferito all’EEA, ma il cambio si deprezza nei confronti, del dollaro e delle altre valute neutrali. Terminata la guerra, la parità aurea dichiarata al FMI nel dicembre del 1946 in 3,58134 grammi, corrispondente a un cambio di 4,0299 dollari, non può essere difesa a lungo. Il tentativo di ritornare alla convertibilità effettuato il 15.7.1947 deve essere sospeso nel successivo mese di agosto per gravi perdite delle riserve valutarie. La valuta britannica, travagliata dal problema dei saldi dei paesi facenti parte della sua area, deve essere svalutata nel settembre del 1949 del 30,52%. La parità scende a 2,48828 grammi di fino e il cambio si collocasu 2,80 dollari. Ma anche questa nuova parità deve essere difesa, sia ricorrendo a particolari regimi di cambio, sia a cospicui prestiti del Fondo monetario e delle banche centrali dei paesi industrializzati. Il 18.12.1967, alle prime avvisaglie della crisi monetaria e valutaria internazionale, innescata da inusitate e crescenti passività degli Stati Uniti verso il resto del mondo, la sterlina deve essere svalutata di nuovo. La parità aurea è diminuita del 14,3%, per cui scende a 2,13281 grammi, con un cambio di 2,40 dollari. Nel febbraio del 1971 la sterlina abbandona la secolare divisione duodecimale e assume quella decimale. Essa si divide in 100 nuovi pence. Lo scellino non serve più e viene demonetizzato. Nello stesso anno lo sganciamento del dollaro statunitense dall’oro non provoca un mutamento della parità della sterlina, che anzi con lo Smithsonian agreement del dicembre si rivaluta dell’8,6% nei confronti della valuta USA. In linea con il progressivo avvicinamento della Gran Bretagna all’Europa comunitaria, nel maggio del 1972 la sterlina entra nel serpente monetario europeo per fluttuare congiuntamente con le altre valute, ma ne esce nel mese successivo per l’impossibilità di muoversi entro la fascia di oscillazione dei cambi. La sterlina fluttua liberamente anche durante la crisi energetica degli anni Settanta, ma la tendenza del movimento segna un sistematico deprezzamento nei confronti delle valute di volta in volta più forti, specie il marco tedesco. Negli anni Ottanta la partecipazione della Gran Bretagna si estrinseca nell’ambito monetario nell’ingresso della sterlina nello SME, in posizione però particolare. La sterlina entra nel paniere delle monete per la determinazione dei pesi attribuiti a ciascuna moneta, ma non fluttua congiuntamente entro i margini stabiliti. La partecipazione piena agli accordi monetari europei di cambio avviene solo a far data dall’ottobre del 1990. Una quotazione della sterlina in ECU ha tuttavia avuto luogo fin dal funzionamento dello SME nel marzo del 1979. A questa data, con riferimento al tasso centrale di parità, c’è l’equivalenza tra 0,663247 sterline e uno Scudo europeo. Successivamente il corso dell’ECU in sterline ha avuto un andamento oscillante con tendenza però di medio periodo al deprezzamento della valuta britannica. Alla data del pieno ingresso dell’escudo portoghese nello SME, nell’aprile del 1992, il tasso centrale è risultato di 0,696904 sterline. Nel successivo mese di settembre la sterlina è uscita dallo SME e fluttua liberamente. La Gran Bretagna, pur essendo uno stato membro dell’Unione Europea, non è entrata a far parte dell’Eurosistema e quindi la lira sterlina non è stata sostituita dall’Euro alla data stabilita per le altre valute che scompariranno dalla scena economica.