LEVA FINANZIARIA
Sin: leverage (termine di origine americana, ormai generalmente accettato; solo in Inghilterra è invece usuale gearing). Effetto moltiplicativo della differenza tra redditività del capitale investito e costo del capitale di prestito di un’impresa misurato dall’indice che porta lo stesso nome e cioè dal rapporto tra mezzi di terzi e mezzi propri. L’effetto è espresso dalla formula: ROE = ROI + K (ROI-i) dove:
del denaro. K è l’indice della leva finanziaria, ROI e ROE significano rispettivamente Return on Investment (= redditività del capitale investito) e Return on Equity (= redditività del capitale proprio). Al crescere di K, se ROI<i l'utile tende a ridursi fino a divenire negativo, pur restando inalterata l'efficienza operativa dell'azienda; se ROI>i, è possibile invece aumentare l’utile unicamente manovrando il capitale di terzi. Questa scelta comporta però rischi crescenti, sia sul piano dell’autonomia dell’azienda, sia in relazione alla difficoltà di ridurre i debiti nel breve termine nel caso in cui il ROI diventi inferiore al costo del denaro. La prima formula su riportata per il calcolo del ROE è semplificata poiché in essa non si tiene conto di: a) effetto paratasse (presenza di IRPEG e possibilità di “scaricare” sull’Erario una parte del peso economico dei finanziamenti di terzi); b) presenza di componenti positivi o negativi di reddito di natura extracaratteristica e che incidono sul ROE, ma non sul ROI (proventi finanziari per le imprese industriali e commerciali); c) possibilità di ottenere finanziamenti a costi inferiori rispetto a quello di mercato (crediti agevolati). È possibile riferire questa formula anche al reddito operativo globale, che includela gestione accessoria (v. conto economico riclassificato), riducendo così l’effetto delle limitazioni del punto d) ai soli componenti straordinari della gestione. Un indice di leva finanziaria positivo non necessariamente costituisce un invito ad ulteriore indebitamento, in quanto più si cresce quest’ultimo più è forte il rischio che, in caso di “rovesciamento” della differenza tra ROI e il tasso di interesse, si amplifichi una situazione negativa per l’azienda. L’effetto del leverage, infatti, è di determinare in funzione dell’indebitamento un aumento o una diminuzione che proporzionale del ROE in ragione dell’andamento del costo del denaro e, dal punto di vista degli azionisti, un aumento o una diminuzione più che proporzionale dell’utile distribuibile.