INTEREST RATE FLOOR
Strumento finanziario derivato (ex art. 1.3 TUF, insieme all’interest rate cap e all’interest rate collar, q.v.). Attraverso di esso l’acquirente del floor, dietro pagamento di un premio rapportato all’ammontare nominale di riferimento, ha il diritto di ricevere, nei termini di durata e validità dell’impegno,la differenza, se positiva, tra il livello assunto alla scadenza prevista da un tasso prestabilito alla data di negoziazione (strike rate) ed un tasso variabile di mercato. Nel caso in cui il differenziale risulti nullo o negativo, non si materializza alcuna obbligazione di pagamento in capo al venditore. L’acquirente di un interest rate floor, quindi, in contrapposizione all’acquirente di un interest rate floor, desidera premunirsi contro un atteso ribasso dei tassi senza rinunciare ai benefici di una loro eventuale risalita, predeterminando il rendimento minimo di un investimento a tasso variabile (crediti, titoli) ovvero il margine minimo garantito tra un investimento a tasso variabile ed un finanziamento a tasso fisso. Per converso la vendita di un floor può essere utilizzata in funzione di aspettative di crescita dei tassi d’interesse. In tal caso il venditore è soggetto al rischio di una diminuzione dei tassi; l’ammontare dei pagamenti dovuti potrebbe infatti compensare il ricavo derivante dal premio incassato. La negoziazione degli interest rate floor è riservata, come quella degli altri strumenti derivati, alle imprese di investimento (SIM ecc.; v. impresa di investimento), alle banche, agli agenti di cambio e agli intermediari iscritti nell’elenco dell’art. 107 TUBC.