GOLD STANDARD

Detto anche sistema monetario aureo il gold standard e più propriamente Gold Coin Standard System, era caratterizzato dalla certezza che il possessore di carta moneta aveva di poterla cambiare in moneta d’oro. Questo sistema venne in essere quasi inconsapevolmente, almeno nei suoi sviluppi internazionali, dopo le guerre napoleoniche, allorché in Gran Bretagna, dopo lungo dibattito svoltosi tra il 1816 e il 1821, fu approvata la nuova legge monetaria. Questa legge trasformava la sterlina (pound) da moneta di conto di 20 scellini a moneta effettiva nelle due specie equivalenti di biglietto della Banca d’Inghilterra e di moneta d’oro, quest’ultima del peso in lega di circa 8,01 grammi, con contenuto di oro fino di 7,322382 grammi. La sterlina oro era a 22 carati. La legge autorizzò la Banca d’Inghilterra ad acquistare oro al prezzo di 77 scellini e 9 denari per oncia standard e a rivenderlo a 77 scellini e 10,5 denari. Quest’ultimo valore, espresso anche in 3 sterline più 1,7 scellini e 10,5 denari, divenne il prezzo ufficiale dell’oro standard, mentre quello dell’oro fino fu fissato in 4,2477 sterline sempre per oncia (circa 480 grani, ovvero 31,1035 grammi). La legge definì dunque i punti dell’oro (prezzo di acquisto e prezzo di vendita), come in precedenza il Banco di Amburgo aveva definito i punti dell’argento in marchi banco, moneta di conto del suddetto Banco. La ghinea di 21 scellini, di 7,69 grammi di oro fino cessò di essere coniata. L’uso di contare in ghinee non scomparve del tutto. Lo scellino fu ridotto al peso di 5,2 grammi di argento fino e il suo potere liberatorio fu limitato alla somma di 2 sterline. Il gold standard poggiava il suo pieno funzionamento sulla incondizionata libertà di movimento dell’oro in entrata e in uscita dal paese e sulla libera coniazione della sterlina oro da parte dei privati presso la zecca. La convenienza a pagare in oro le tratte dipendeva dal prezzo della divisa, ossia dal corso del cambio della moneta cartacea, e dal costo del trasporto e dell’assicurazione per le spedizioni di oro. I punti dell’oro divennero i limiti entro cui il tasso di cambio della sterlina tra la piazza nazionale e quella estera poteva fluttuare, senza dar luogo a spostamenti di oro. Il libero trasferimento dell’oro consentiva che un eccesso di esportazioni, con conseguente afflusso di oro (aumento della quantità di moneta) determinasse un deprezzamento relativo di questo metallo, il concomitante aumento del prezzo delle merci e la convenienza a incrementare le importazioni. A sua volta un eccesso di importazioni determinava un processo inverso e cioè, deflusso di oro (diminuzione della quantità di moneta), diminuzione dei prezzi, convenienza a esportare. Il gold standard divenne un sistema monetario internazionale con la sua graduale libera accettazione da parte di altri paesi, prima, verso la metà del secolo, dal Portogallo e poi nel 1871 dalla Germania, che pochi mesi prima aveva creato il marco d’oro. Nei successivi decenni ci fu via via l’adesione ufficiale di altri paesi e alla fine del secolo entrano in regime aureo anche la Russia e gli Stati Uniti. Gli automatismi del gold standard non sempre funzionarono alla perfezione e la Gran Bretagna, che presiedeva alla regolazione della liquidità internazionale, dovette più volte attingere all’oro di altri paesi, specie la Francia, al fine di evitare variazioni del saggio dello sconto, le quali avrebbero prodotto effetti non desiderati. In altri paesi, tra cui l’Italia, si ebbero casi di corso forzoso della carta moneta. In definitiva il funzionamento del sistema aureo dipese più dall’equilibrio economico internazionale, che fu di lungo periodo, che non dal libero trasferimento dell’oro e dalla convertibilità della carta moneta. Il gold standard durò fino alla vigilia della prima guerra mondiale, allorché nel luglio del 1914 La mobilitazione generale e i timori per lo scoppio del conflitto indussero a sospendere la convertibilità della moneta cartacea, il libero movimento dell’oro e la libera coniazione. Dopo la guerra il tentativo della Gran Bretagna di ritornare al sistema aureo non ebbe pieno successo e produsse una costosa deflazione, con pesanti effetti sull’occupazione. Il ritorno all’oro non fu né pieno, né incondizionato. Si ebbe infatti il gold bullion standard, detto anche gold standard zoppo. Altri paesi, con l’eccezione degli Stati Uniti, che ritornarono all’oro nel 1919, optarono per un nuovo sistema monetario, noto come gold exchange standard.

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