FRANCO BELGA

Codice ISO: BEF. Prima dell’indipendenza proclamata nel 1832, molte monete erano circolate in Belgio, comprese quelle d’oro, specie nella versione francese del franco a cavallo e del franco a piedi, oltre che la Sovrana inglese. Nell’anno dell’indipendenza furono emesse le prime monete nazionali in oro e in argento parificate al franco francese d’oro di 0,290322 grammi di fino e al franco d’argento di 4,50 grammi di metallo fino, con biglietti di banca liberamente convertibili. Nel 1848 fu però necessario sospendere la convertibilità e introdurre il corso forzoso della carta moneta. Nel 1850 fu sospesa la coniazione delle monete d’oro. Nel 1861 fu possibile ritornare al bimetallismo in essere in altri paesi europei. Nel 1865 il Belgio costituì, insieme con la Francia, l’Italia e la Svizzera, l’Unione monetaria latina. Questi paesi si trovavano di fatto in regime di intercircolazione delle varie monete, giacché i loro sistemi monetari erano retti dalla legge monetaria napoleonica. Dopo un primo successo l’Unione entrò in crisi. Essa era priva del cemento politico e quindi non fu in grado di superare la crisi dell’argento, la cui monetazione fu sospesa nel 1878. Il biglietto fu di nuovo inconvertibile. Con l’adozione del regime di gold standard la convertibilità della carta moneta fu garantita fino allo scoppio della prima guerra mondiale. Nel mese di agosto del 1914 il Belgio veniva invaso dalle armate tedesche e subiva il cambio di occupazione di 1,5 franchi belgi per un marco tedesco. Il dopoguerra fu contrassegnato dall’inflazione, con un deprezzamento della carta moneta del 74% alla fine del 1923. Poi il Belgio seguì la sterlina, che con un penoso processo deflazionistico recuperò i cambi prebellici e nel 1925 entrò in regime di gold bullion standard. Il Belgio la seguì nel 1926 e nell’occasione fissò una nuova parità di 0,0418422 grammi di fino, che al contrario della sterlina, significò una svalutazione dell’88% rispetto al cambio prebellico. Nello stesso anno fu creato il belga, moneta di conto da 5 franchi, utilizzato per regolare le transazioni con il resto del mondo. Negli anni successivi anche il Belgio soffrì la crisi monetaria che travagliò il mondo intero e dovette sospendere il regime di gold bullion standard e imporre controlli dei cambi valutari. Infine si schierò con i paesi del blocco dell’oro, ma fu costretto a procedere nel 1935 a una nuova definizione della parità aurea in 0,0301264 grammi di fino, con una svalutazione del 28%. Nel 1936 fu tentato il ritorno al goldbullion standard, che fu poi abbandonato nel 1940 con l’inizio dell’invasione delle truppe tedesche. Come nel 1914, anche nel 1940 i tedeschi imposero il cambio di occupazione di 10 franchi per un marco tedesco, portato dopo poco a 12,50 franchi. Nel 1944, a liberazione avvenuta, fu fissato un cambio provvisorio di 176,62 franchi per lira sterlina e di 43,77 franchi per dollaro Usa. Nello stesso anno avvenne il cambio della carta moneta in circolazione e nel 1945 fu rivalutato l’oro della riserva. Ciò consentì di portare la parità aurea del belga a 0,10140 grammi di fino. La parità del franco risultò quindi di 0,02028 grammi corrispondente a un cambio di 43,8275 franchi per dollaro. Questa parità fu comunicata al FMI nel 1946, ma tre anni dopo, nel settembre del 1949, il franco doveva seguire la caduta della sterlina, con definizione di una nuova parità in 0,0177734 grammi di fino, pari a un cambio di 50 franchi per dollaro. Per mantenere questa parità fu necessario introdurre misure di controllo e creare due mercati paralleli per le transazioni con il resto del mondo. Nel mercato finanziario ci fu un deprezzamento di circa 5 franchi alla fine del 1969, allorché imperversavano la crisi valutaria e la corsa all’oro. Nel 1971 con lo Smithsonian Agreement il franco belga si rivalutò del 2,76% in oro e iniziò a fluttuare, cercando di non staccarsi troppo dalle monete forti europee. In seguito il franco fluttuò con il fiorino entro una fascia più ristretta di quella del 2,25 % in più o in meno del tasso centrale di parità delle altre monete che erano rimaste nel serpente monetario europeo. Nel 1979 il franco entrava nel SME, entro il quale si è mosso abbastanza bene, pur subendo senza però gravi danni le pressioni delle ricorrenti crisi valutarie internazionali e soprattutto europee, a riconferma dell’impossibilità di tenere unite monete prive di capacità di convergere in un’unica politica economica e finanziaria dei paesi comunitari. Particolarmente violente sono state le crisi verificatesi tra il 1992 e il 1993 durante le quali il franco belga è stato attaccato dalla speculazione essendo moneta strutturalmente debole, come la lira italiana, a causa soprattutto dell’elevato rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo. Ciò nonostante il franco è riuscito, contrariamente alla lira, a rimanere agganciato al marco tedesco. Il franco belga, parificato da tempo al franco lussemburghese, pur rimasto privo delle condizioni di base previste dal Trattato di Maastricht sulla moneta unica europea, è entrato a far parte dell’UEM ed è stato sostituito dall’euro dal 1°.1.2002.

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