FONDO SPECULATIVO (HEDGE FUND)
"Fondo comune di investimento il cui patrimonio può essere investito in attività diverse, anche più rischiose, da quelle previste per i fondi aperti e chiusi, in deroga ai divieti e alle norme prudenziali di contenimento e frazionamento del rischio stabilite dalla Banca d'Italia1".
I fondi speculativi, rappresentano quella classe di Organismi d’Investimento Collettivo del Risparmio (OICR) che non rientrano nel convenzionale gruppo dei fondi comune d’investimento. La loro non convenzionalità, come accennato sopra, è sia normativa che operativa. Dal punto di vista normativo2, i fondi speculativi godono di maggiore libertà per quanto riguarda i limiti e i criteri d’investimento e pertanto il patrimonio può essere investito "in deroga alle norme prudenziali di contenimento e frazionamento dal rischio stabilite dalla Banca d'Italia".
Tale libertà, tuttavia, è conseguenza di una particolare disciplina in merito alla modalità e opportunità di sottoscrizione di quote dei fondi in oggetto. Il legislatore stabilisce che i partecipanti (sottoscrittori) di un fondo speculativo non possono superare il limite di 200 unità, che l’investimento minimo iniziale debba essere non inferiore a 500.00 euro e che i fondi speculativi non possano essere oggetto di sollecitazione all’investimento.
I soggetti coinvolti nell’operatività di un fondo speculativo sono pressoché i medesimi prescritti dal legislatore per i fondi comuni d’investimento: troveremo pertanto una Società di Gestione del Risparmio (SGR), il fondo d’investimento, la banca depositaria e il prime brocker. Quest’ultimo soggetto, in realtà, è tipico dei fondi speculativi, in quanto fornisce i servizi necessari all’implementazione delle strategie adottate dai fondi "hedge".
Dal punto di vista operativo, le strategie di un fondo speculativo differiscono completamente dai fondi di investimento convenzionale. Basti pensare che gli hedge fund non hanno un benchmark di riferimento in quanto il loro obbiettivo è di ottenere dei risultati di performance positivi indipendentemente dall’andamento del mercato. Non a caso il termine "hedge" vuol dire "copertura" e cioè il tentativo di sterilizzare il fondo dal rischio di mercato (in particolare dal suo rischio sistemico ).
Mentre in fondi comuni di investimento classici differiscono per la loro asset allocation, i fondi speculativi si caratterizzano per le differenti strategie utilizzate per il raggiungimento della performance. Non è semplice classificare in maniera univoca gli hedge funds, tuttavia di seguito saranno proposte quattro tra le strategie più diffuse sul mercato dei fondi hedge 3.
1. Long/Short Equity
Si consideri un fondo di investimento classico, in cui il gestore modifica gli attivi sottostanti il fondo con l’obbiettivo di battere il benchmark di riferimento. Quale è lo scopo del gestore? Il suo scopo è di comprare dei titoli che con il tempo aumentino di valore. Come batte il benchmark? Il gestore tenta di battere il benchmark sovrappesando/sottopesando titoli che lui ritiene sottovalutati/sopravalutati. Indipendentemente da quali siano le intenzioni, il gestore prende una posizione di acquisto (posizione lunga o long) sui titoli. Nella strategia long/short equity, il gestore del fondo speculativo può prendere sui titoli posizioni lunghe (d’acquisto o long) ma anche posizioni corte (di vendita o short). Tramite la posizione short il gestore riesce a guadagnare da una diminuzione del valore del titolo. In sintesi, se il gestore è abbastanza abile da individuare quali titoli sono sottovalutati/sopravalutati, tramite posizioni lunghe e corte potrà guadagnare anche in caso di mercato ribassista.
2. Event Driver
Con le strategie event driver il gestore tenta di ottenere profitto puntando su titoli di aziende che stanno attraversando fasi particolari o sono soggette ad eventi straordinari. La difficoltà nell’implementazione di tali strategie è nel percepire le informazioni di tali eventi prima del mercato e pertanto prima che quest’ultimo incorpori nel valore del titolo le nuove informazioni. Appartengono alla categoria event driver le strategie distressed e merger arbitrage.
Nelle strategie distressed il gestore punta su titoli di società che stanno attraversando un momento di difficoltà finanziaria ma che, secondo il parere del gestore, hanno buone possibilità di riprendersi.
Nella strategia merger arbitrage il gestore punta sulle variazioni di valore dei titoli di società interessate da eventi societari di finanza straordinaria (fusioni e acquisizioni).
3. Relative Value
Le strategie relative value si sostanziano in operazioni di arbitraggio basate sulla variazione dello spread tra due titoli e/o dalla variazione del prezzo di un titolo rispetto ad un suo prezzo teorico. Nel primo caso si cerca di sfruttare eventuali sfasamenti di prezzo tra due titoli che, fino a quel momento, hanno sempre mostrato una elevata correlazione. In tali strategie, il gestore ritiene di poter approfittare del momentaneo scostamento del prezzo del titolo dal suo prezzo teorico e del successivo allineamento di tale divergenza.
4. Global Macro
I fondi speculativi con strategia global macro rappresentano, probabilmente, la classe di OICR che più si differenzia dai fondi comune di investimento tradizionali. Oltre a distinguersi per i motivi che tipicamente identificano i fondi speculativi (assenza di benchmark, deroga ai limiti d’investimento, ecc.ecc. vedi sopra), non è possibile attribuire a tali fondi alcun tipo di classificazione in merito alla tipologia di attivi su cui investono o l’area geografica o valutaria di riferimento. Il gestore di fondi global macro ha una delega ampissima sulla tipologia di investimento implementabile. Le scelte, infatti, sono basate sull’analisi dei dati macroeconomici di qualsiasi paese del globo (PIL, deficit, occupazione, inflazione, ecc) e pertanto possono essere oggetto di investimento qualsiasi tipologia di strumenti finanziari (azioni, obbligazioni, divise, tassi di interesse, ecc.) e su qualsiasi area geografica. Un fondo global macro può replicare qualsiasi altro fondo senza alcun tipo di limite. Normalmente, avendo un target così ampio, i gestori puntano su mercati molto liquidi e in grado di poter smobilizzare velocemente le posizioni prese.
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1Si veda "Glossario della finanza" di www.borsaitaliana.it
2Si veda il decreto n. 228 del 24 maggio 1999 del Ministero del Tesoro e dai Regolamenti attuativi della Banca d’Italia del 20 settembre 1999 e successive modifiche, apportate con decreto del Ministero del Tesoro n. 47 del 31 gennaio 2003.
3Connor G. e Mason W. , (2003), "An Introduction to Hedge Funds"working paper, Financial Markets Group, London School of Economics.
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