ESCUDO PORTOGHESE

Codice ISO: PTE. Le origini dell’escudo o scudo portoghese risalgono al XV secolo, allorché la moneta d’oro e quella d’argento assunsero il nome di scudo in molti stati d’Europa, quasi a significare la moneta forte. Poi, come accadde altrove, lo scudo si eclissò per lasciare spazio a monete più leggere. Fu il re Alfonso V, che regnò dal 1438 al 1481, a dotare il Portogallo di uno scudo d’oro del peso di 4,97 grammi, che rimase in vita fino al 1499. Riapparve solo nel 1722 nel peso di 3,88 grammi a 916 millesimi. Questa moneta valeva 16 tostao d’argento, oppure 1.600 reis. Salvo un lieve ritocco al rialzo, la quotazione dell’escudo rimase immutata fino al 1835, allorché la riorganizzazione del sistema monetario abbassava il peso dell’escudo a 3,547 grammi, sempre a 916 millesimi, con un controvalore di 2.000 reis. Con la proclamazione della repubblica nel 1911, il Portogallo si dotò di un nuovo sistema monetario sempre ancorato al gold standard, nel quale era entrato fin dal 1850 a causa dei rapporti economici con la Gran Bretagna, che aveva scelto il regime aureo dopo le guerre napoleoniche. Lo scudo del 1911 fu assunto a unità monetaria di base e fu emesso nel peso di 1,626 grammi di oro fino, ovvero di 1,8 grammi a 900 millesimi. Il cambio estero di riferimento fu posto in 4,5 escudos per lira sterlina. Con l’inizio della prima guerra mondiale anche il Portogallo fece ricorso alle misure di controllo dei cambi e alla sospensione della convertibilità, che non fu più ripristinata. Lo scudo d’oro rimase un mero ricordo della buona circolazione monetaria. L’inflazione colpì la carta moneta, che nel 1924 accusava un deprezzamento del 97%. Per arginare la caduta del potere d’acquisto del biglietto i controlli valutari furono estesi ai movimenti di capitale. Seguendo altri paesi che avevano cercato la stabilizzazione della moneta, la definizione della nuova parità avvenne nel 1928 e il cambio estero fu portato a 108,25 scudi per sterlina. Nel 1931, in concomitanza con la crisi della valuta britannica, il nuovo cambio fu fissato in 110 scudi. Fu introdotto anche uno scudo di conto pari a 1.000 scudi cartacei in circolazione. Nel 1932, con la dittatura di Salazar, furono prese misure draconiane di risanamento delle finanze. Lo scudo divenne bensì una moneta forte, ma circolò in un sistema economico estremamente debole. Nel 1939, con l’inizio della seconda guerra mondiale, il cambio dell’escudo fece riferimento al dollaro, dapprima nella quotazione di 27,5 scudi e pochi mesi dopo a 25. Su questa quotazione rimase fino al 1949, quando con la svalutazione della sterlina il cambio si deprezzò del 13%, ponendosi pari a 28,75 scudi per dollaro. La definizione della parità aurea in accordo con il FMI avvenne nel 1962 nella misura di 0,03091 grammi di fino, corrispondente al cambio del 1949. Dal 1971, in seguito allo sganciamento del dollaro dall’oro, l’escudo ha seguito le sorti di altre monete europee che nel regime di fluttuazione congiunta si sono sistematicamente deprezzate. Il deprezzamento è continuato con l’agganciamento di fatto alla moneta di conto europea, l’ECU. L’ingresso nella Comunità Europea e l’adesione agli Accordi europei di cambio, avvenuta nell’aprile del 1992, hanno costretto lo scudo a misurarsi con le monete forti, specie il marco tedesco, tanto che nel mese di novembre dello stesso anno si è deprezzato del 6%. Un’altra svalutazione è avvenuta nell’agosto del 1993, allorché la banda di fluttuazione dello SME è stata portata al 15% in più o in meno del tasso centrale di parità, rendendo di fatto inoperante questo Sistema preso a base per creare la moneta unica europea. Questa fascia di oscillazione così ampia ha evitato nuovi allineamenti durante la crisi valutaria del 1995, ma i cambi sono mediamente peggiorati per molte monete, compreso l’escudo, che ancor oggi si divide in 100 centavos. Lo scudo portoghese è entrato a far parte dell’area dell’euro e come le altre monete dell’Unione monetaria ha cessato di circolare agli inizi del 2002.

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