EASDAQ
Acr. di: European Association of Securities Dealers Automated Quotation. Chiuso, dopo vicissitudini, nel 2003, era una borsa internazionale avviata nel 1996 a Bruxelles da una novantina di organizzazioni finanziarie pubbliche e private per aprire un mercato pan-europeo on-line come il Nasdaq newyorchese. Era stata costituita con autorizzazione dell’authority belga quale mercato telematico regolamentato ai sensi della normativa comunitaria sui servizi di investimento, finalizzato alla quotazione di società ad alto potenziale di crescita a orientamento europeo o internazionale, non necessariamente di piccole dimensioni ed era definita “pan-europea” in quanto le società quotate, gli intermediari operanti e gli azionisti della società mercato appartenevano ai diversi Paesi europei. L’Easdaq si caratterizzava, in primo luogo, per l’indipendenza, per il fatto di essere nato per iniziativa di intermediari, di non appartenere territorialmente a nessun Paese pur essendo stato costituito come società di capitali in Belgio e per la totale autonomia, non essendo vincolato da rapporti di dipendenza organica a nessun altro mercato ufficiale, com’è invece nel caso dell’AIM in Inghilterra e del second marché in Francia. Un accordo con il Nasdaq consentiva alle società di essere quotate anche su quel mercato con evidenti vantaggi in termini di visibilità e immagine ed ulteriori opportunità di offerta per investitori e risparmiatori. L’obiettivo di realizzare in cinque anni qualche centinaio di IPO (v. offerta pubblica iniziale) in modo di avere altrettante quotazioni a listino non è stato raggiunto. Le società quotate sono state soltanto una sessantina, di metà delle quali fallite. L’Easdaq è stato acquistato dal Nasdaq nel 2001 (e rinominato Nasdaq Europe) ed è stato chiuso nel 2003.