DIRETTIVE EUROPEE IN MATERIA BANCARIA

Direttive riguardanti la costruzione del mercato unico del settore bancario, diventato operativo dal 1°.1.1993 (v. mercato unico dei servizi finanziari). Con l'unione bancaria (Enciclopedia) tale processo viene a compimento. Le tappe dell'UB (verso un'unione bancaria: le tappe).

La prima direttiva in materia di mercato unico bancario è la 73/183/CEE del Consiglio, del 28.6.1973 (soppressione delle restrizioni alla libertà di stabilimento e alla libera prestazione dei servizi nel campo delle attività non salariate delle banche e di altri istituti finanziari) cui sono seguite la direttiva 77/780/CEE del Consiglio, del 12.12.1977 (denominata Prima direttiva e concernente il coordinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative riguardanti l’accesso all’attività degli enti creditizi e il suo esercizio) e la direttiva 89/646/CEE del Consiglio, del 15.12.1989 (denominata Seconda direttiva, concernente il coordinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative riguardanti l’accesso all’attività degli enti creditizi e il suo esercizio e recante modifica della direttiva 77/780/CEE). Queste due ultime direttive, oggi non più in vigore, hanno costituito una specie di legge bancaria comunitaria sopranazionale e sono state denominate anche direttive comunitarie di coordinamento bancario in quanto hanno costituito il quadro di riferimento di diverse altre direttive che hanno proceduto nell’armonizzazione delle normative per l’autorizzazione alla costituzione, l’operatività e la vigilanza degli enti creditizi nei Paesi membri e per promuovere la libera prestazione di servizi bancari transfrontalieri. Si tratta della direttiva 89/299/CEE del Consiglio, del 17.4.1989, concernente i fondi propri degli enti creditizi v. patrimonio di vigilanza); della direttiva 89/647/CEE del Consiglio, del 18.12.1989, relativa al coefficiente di solvibilità degli enti creditizi; della direttiva 92/30/CEE del Consiglio, del 6.4.1992, relativa alla vigilanza su base consolidata degli enti creditizi; della direttiva 92/121/CEE del Consiglio, del 21.12.1992, sulla vigilanza ed il controllo dei grandi fidi degli enti creditizi. Tutte queste direttive (con le altre che le hanno modificate) sono state abrogate dalla direttiva 2000/12/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20.3.2000, relativa all’accesso all’attività degli enti creditizi e al suo esercizio (modificata dalla direttiva 2000/28/CE del 18.9.2000 e dalla direttiva 2001/24/CE del 4.4.2001) che costituisce un testo unico che codifica e raggruppa le direttive precedenti (testo unico è la denominazione dichiarata nei considerando della direttiva 2000/12/CE). In particolare la direttiva disciplina le seguenti materia: condizioni di accesso e di esercizio (tit. 2), disposizioni relative alla libertà di stabilimento e alla libera prestazione di servizi (tit. 3), relazioni con i Paesi terzi (tit. 4), principi e strumenti di vigilanza prudenziale (tit. 5), istituzione presso la Commissione di un comitato consultivo bancario delle autorità competenti degli Stati membri (tit. 6). Tra le altre direttive tuttora in vigore vanno ricordate: la direttiva 86/635/CEE dell’8.12.1986, relativa ai conti annuali ed ai conti consolidati delle banche e degli altri istituti finanziari; la direttiva 87/102/CEE del 22.12.1986 in materia di credito al consumo (modif. dalla direttiva 90/88/CEE del 22.2.1990); la direttiva 91/308/CEE del 10.6.1991 per l’antiriciclaggio (modif. dalla direttiva 2001/97/CE del 4 .12.2001); la 93/6/CEE del 15.3.1993 (modif. dalla direttiva 98/31/CE del 22.6.1998) relativa all’adeguatezza patrimoniale; la direttiva 94/19/CE del 16.5.1994, relativa ai sistemi di garanzia dei depositi (entrata in vigore il 1°.7.1995); la direttiva 2001/24/CE del 4.4.2001, in materia di risanamento e liquidazione degli enti creditizi; il regolamento (CE) n. 2423/2001 della BCE, del 22.11.2001, relativo al bilancio consolidato del settore delle istituzioni finanziarie monetarie. Da ricordare anche, in materia di sistemi di pagamento, alcune raccomandazioni della Commissione: la 87/598/ CEE dell’8.12.1987, relativa ad un codice europeo di buona condotta in materia di pagamento elettronico; la 88/590/CEE del 17.11.1988, concernente i sistemi di pagamento, in particolare il rapporto tra il proprietario e l’emittente della carta; la 97/489/CE del 30.7.1997 relativa alle operazioni mediante strumenti di pagamento elettronici, con particolare riferimento alle relazioni tra gli emittenti ed i titolari di tali strumenti; la 90/109/CEE del 14.2.1990, relativa alla trasparenza delle condizioni bancarie applicabili alle transazioni finanziarie transfrontaliere; la 1°.3.2001, sull’informativa precontrattuale fornita ai consumatori dagli istituti di credito che offrono mutui per la casa d’abitazione. La dir. 2002/87 del 16.12.2002 tratta della vigilanza supplementare sui conglomerati finanziari. Infine la direttiva 2007/64/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 13 novembre 2007 relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno (Payment Services Directive - PSD), emanata nell’ambito del Piano di azione per i servizi finanziari (PASF), disciplina a livello comunitario l’accesso al mercato dei servizi di pagamento, la trasparenza delle condizioni per i servizi di pagamento e le condizioni relative alla prestazione dei servizi di pagamento e mira alla creazione di un Mercato Unico europeo dei servizi di pagamento al dettaglio (la SEPA) in cui gli operatori possano agire a parità di condizioni favorendo la concorrenza tra i mercati nazionali. La PSD è stata approvata dal Consiglio dell'Unione Europea il 15 ottobre 2007 e recepita in Italia con il decreto legislativo del 27 gennaio 2010, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 36 del 13 febbraio 2010 entrato in vigore il 1° marzo 2010.


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