CONTO INTERBANCARIO

Rapporto di conto intrattenuto a vario titolo e secondo differenti forme tecniche tra banche ed istituti di credito quale forma di impiego o di raccolta di fondi (v. deposito interbancario) o nella veste di strumento per il regolamento di pagamenti e di posizioni di credito o di debito di varia natura sorte tra banche operanti sulla stessa piazza o, più di frequente, su piazze diverse: in questo secondo caso il conto si configura come uno strumento di pagamento interbancario. Con il termine si individuano, inoltre, anche rapporti di finanziamento tra banche (finanziamenti interbancari) assimilabili a linee di credito che una istituzione dispone a favore di un’altra controparte bancaria. Nell’accezione corrente si distingue tra conti interbancari, che individuano rapporti intrattenuti tra due banche, e conti intercreditizi, dizione utilizzata quando una delle due controparti è un istituto di credito speciale. Il tasso praticato sui conti interbancari è contrattato liberamente tra le parti in relazione all’andamento dei tassi del mercato monetario o è definito convenzionalmente tra le due banche qualora il rapporto assuma la forma di conto di corrispondenza e sia configurabile semplicemente quale conto di servizio per il transito di flussi di pagamenti. Sotto il profilo fiscale i redditi derivanti dai rapporti interbancari intrattenuti nella forma di deposito sono assoggettati al medesimo trattamento previsto per i conti della clientela e ciò comporta l’applicazione di una ritenuta a titolo di acconto; tale misura ha determinato nel tempo la formazione di ingenti crediti di imposta verso lo Stato da parte del sistema bancario, remunerati a tassi inferiori a quelli di mercato, e si è tradotta in una forma di imposizione a carico delle banche che ha parzialmente ostacolato lo sviluppo del mercato nazionale dei fondi interbancari.

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