CESSIONI LEGALI
Istituto introdotto dal r.d.l. 29.4.1923 n. 966, specie di riassicurazione obbligatoria, consistente nell’obbligo delle compagnie d’assicurazioni operanti in Italia di cedere una quota parte dei rischi assunti in ciascun contratto nel ramo vita all’Istituto Nazionale delle Assicurazioni (INA), che aveva facoltà di accettare o non la cessione. La norma originaria prevedeva una cessione del 40% nel primo decennio di esercizio, del 30% nel secondo decennio, del 20% nel terzo e del 10% in seguito. L’INA, a sua volta, costituiva e incrementava annualmente le riserve matematiche dei rischi riassicurativi assunti. Le quote di cessione sono state ridotte al 30% nel primo quinquennio, 20% nel secondo e 10% nel seguito dalla l. 22.10.1986 n. 742 e l’obbligo è stato, poi, progressivamente abrogato con d.lg. 23.12.1992 n. 515 (art. 27) e col d.l. 23.5.1994 n. 301 convertito in l. 23.6.1994 n. 403 (art. 2). Quest’ultimo ha disposto la fine dell’obbligo con decorrenza 1.1.1994. In seguito alla privatizzazione dell’INA, le attività di carattere pubblico relative alle cessioni legali (riguardanti 18.182.757 contratti di assicurazione sulla vita pari a circa 6.400 miliardi di lire di riserve accantonate al 31.12.1993) sono state scorporate e attribuite alla Consap spa (q.v.), società interamente appartenente al Tesoro e costituita il 1°.10.1993. Per far fronte a tali obbligazioni, sono stati attribuiti alla Consapspa in sede di scissione dell’INA, come controvalore patrimoniale attivo, circa 3.000 miliardi di lire in immobili (stimati poi in circa 3.700 miliardi di lire), circa 1.900 miliardi di lire in partecipazioni al capitale dell’IMI, della Banca Nazionale del Lavoro (BNL) e della Nuova Tirrena oltre a titoli e contanti. La Consapspa ha il compito di gestire le riserve matematiche (pari a circa 6.435 miliardi al 31.12.2000) e di provvedere ai pagamenti in favore delle Compagnie di assicurazione, in ragione della quota di rischio ceduta.