BIGLIETTO DI STATO
Carta moneta sostitutiva del biglietto di banca (convertibile, questo, in oro), apparsa nel XVI secolo quando alcuni Stati per esigenze di tesoreria iniziarono a far circolare questo tipo di moneta, che non richiedeva copertura aurea. Per poter circolare il biglietto di Stato, che era inconvertibile, aveva il valore di moneta attribuitogli dalla legge. Le prime emissioni ebbero luogo in Francia e poi si estesero ad altri Paesi. Né mancarono ricorsi facili al biglietto da parte dei governanti, con conseguente disaggio rispetto al biglietto di banca convertibile. L’evoluzione dei sistemi monetari, l’affinarsi delle tecniche finanziarie e la comparsa dell’inconvertibilità, interna ed esterna, del biglietto di banca hanno relegato il biglietto di Stato a ruoli del tutto marginali e hanno portato, infine, alla sua scomparsa, almeno nei paesi economicamente avanzati. In Italia il biglietto di Stato, emesso su decreto del Ministero del Tesoro, ha svolto la funzione di moneta divisionaria, insieme con le monete metalliche di taglio inferiore fino al 1985, anno in cui ne è stata decretata la cessazione del corso legale.