BANCA NAZIONALE DEL LAVORO - BNL

Trae origine dall’Istituto nazionale di credito per la cooperazione costituito nel 1913 contemporaneamente all’INA (Istituto Nazionale delle Assicurazioni) su ispirazione del Governo Giolitti dalla Cassa nazionale di previdenza (poi INPS), dalla Banca d’Italia, da 13 casse di risparmio e dal Monte dei Paschi di Siena. Durante la prima guerra mondiale s nell’immediato dopoguerra l’Istituto ricevette dal Governo fondi per speciali interventi creditizi e, inoltre, conferimenti che portarono a una partecipazione dello Stato diventata nel 1924 pari al 90% del capitale. Nel 1927 la ragione sociale venne mutata in Banca nazionale del lavoro e della cooperazione, scorciata nel 1929 nella denominazione attuale. Contemporaneamente a BNL venne attribuita la personalità giuridica di diritto pubblico e l’estensione del campo di operatività fino a comprendere ogni attività creditizia senza limiti di settori e destinatari. Nel decennio successivo l’istituto crebbe rapidamente fino a diventare la prima banca italiana per raccolta e impieghi (posto conservato fino agli anni Ottanta del secolo scorso) grazie anche alla istituzione di molte sezioni di credito speciale. Nel dopoguerra BNL ha avviato un processo di diversificazione, accelerato negli anni Settanta e Ottanta, con l’apertura di nuovi sportelli in Italia e all’estero, l’acquisizione di banche all’estero e la costituzione di numerose società del parabancario, in Italia e all’estero. Le partecipazioni nel parabancario italiane sono state concentrate nel 1984 in una società (SAGA spa) rinominata BNL Holding Italia con sede in Milano. Con questa ristrutturazione BNL ha assunto per prima la veste di gruppo creditizio polifunzionale, anticipando le altre banche italiane di un decennio. Nel 1986 vennero emesse quote di risparmio quotate alla borsa valori. Nel 1987 BNL acquisiva il controllo dell’Istituto nazionale del credito per il lavoro italiano all’estero-ICLE che, peraltro, veniva ceduto l’anno successivo al Monte dei Paschi di Siena (q.v.). BNL ha attraversato un periodo di crisi agli inizi degli anni Novanta in seguito alla scoperta, fatta nell’agosto 1989, di operazioni irregolari non autorizzate con clienti iracheni compiute dalla filiale statunitense di Atlanta. La sistemazione di tali operazioni ha comportato la contabilizzazione presso la Direzione generale BNL di crediti non garantiti per circa 1.700 miliardi di lire verso l’Iraq, diventati 2.921 miliardi di lire con gli interessi di mora nel 1994, quando i crediti sono stati smobilizzati mediante cessione a una società controllata al prezzo di 465 miliardi di lire. La Banca ha raggiunto nel 1990 la maggioranza assoluta del capitale di uno degli istituti di credito speciale, Efibanca-Ente finanziario interbancario, di cui deteneva fin dalla costituzione una quota. Nel 1999 la partecipazione è stata ceduta alla Banca popolare di Lodi. Nel 1991 è stato varato un piano di ristrutturazione di BNL che comportava la trasformazione in spa (realizzata il 24.7.1992) e una serie di scorpori o incorporazioni delle sezioni di credito speciale realizzati nel 1992-93. La ristrutturazione ha comportato anche l’incorporazione di BNL Holding Italia (con effetto 1.1.1994). Nel frattempo molte partecipazioni italiane del parabancario venivano dimesse o accorpate di modo che a fine 2000 la cinquantina esistenti dieci anni prima si riducevano a Ifitalia, Locafit, Locatrice, Lavoro brokers assicurazioni, BNL Gestioni SGR, Servizio Italia. A queste si aggiungevano le società di nuova costituzione: Lavoro servizi previdenziali, BNL Multiservizi, Web value, BNL Fondi immobiliari SGR, BNL Investimenti SIM. Nel 1994-96 BNL ha ricevuto dal Tesoro pacchetti di azioni di Coopercredito e di Artigiancassa che hanno portato la partecipazione della Banca rispettivamente al 73,86% e all’85,31%. Nel 1997 la Banca aveva acquisito dal Tesoro il 49% del Banco di Napoli attraverso una società appositamente costituita con l’INA (cui era andato il 51%). La partecipazione è stata ceduta al San Paolo IMI nel 2000. Nel settembre 1998 le azioni ordinarie BNL sono state ammesse alla quotazione e nel dicembre successivo il Tesoro ha ceduto il 25,28% delle azioni a un gruppo di azionisti stabili (Banco Bilbao Vizcaya Argentaria- BBVA, Banca popolare di Vicenza e INA) e collocato sul mercato con un’offerta pubblica di vendita un altro 36,9% (cui si è aggiunto un 9,5% da parte di altri azionisti). Tra le banche italiane. BNL si pone al sesto posto nella graduatoria Mediobanca per raccolta nel 2000.

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