AZZARDO MORALE (ENCICLOPEDIA)

Il ruolo degli intermediari bancari è "intermediare" tra i soggetti che si trovano in deficit finanziario e soggetti in surplus che hanno necessità di investire risorse finanziarie a loro disposizione. I soggetti che si trovano in deficit finanziario cercano risorse monetarie collocando "passività" sul mercato e offrendole ai soggetti in surplus, divenendo per questi ultimi attività in portafoglio. Il problema risulta quindi quello di conciliare le preferenze espresse dagli acquirenti delle attività rispetto a quelle formulate dagli emittenti delle passività, sotto diversi profili quali la scadenza, il rendimento, l'oscillazione di valore.
I soggetti in surplus riscontrano difficoltà nell'individuare e valutare il merito creditizio dei soggetti in deficit, devono tener conto dell’incertezza connessa con eventi futuri, del proprio grado di avversione al rischio e della preferenza di attività "a breve". D'altro canto, i soggetti in deficit preferiscono emettere passività a lungo, celare il loro merito creditizio e, una volta ottenuti i finanziamenti, sono orientati a preferire progetti rischiosi ma più redditizi. E' raro quindi che vi sia un trasferimento di risorse diretto da soggetti in surplus verso soggetti in deficit.
Si pongono così le basi per la presenza di un soggetto terzo che sia in grado di rispondere alle diverse esigenze e di mediare, trasferendo e, in definitiva, riallocando risorse monetarie all'interno del sistema economico. Gli intermediari finanziari, in definitiva, realizzano la canalizzazione del risparmio verso gli investimenti.
L'esistenza ed il ruolo degli intermediari finanziari è illustrato dalla teoria tradizionale che ha elaborato una serie di motivazioni per giustificare lo sviluppo del fenomeno. Tra questi si rilevano le funzioni di valutazione e selezione dei progetti imprenditoriali da finanziare e di controllo dei risultati dell'investimento all'interno del paradigma teorico dei mercati incompleti e dell'imperfetta informazione. Tale teoria pone enfasi sulle attività delle banche riconoscendo loro una importanza determinante circa la capacità di risoluzione dei problemi di asimmetria informativa che esistono in un mercato imperfetto - selezione avversa (advers selection) e azzardo morale (moral hazard) .Grazie al ruolo svolto dagli intermediari finanziari, questi problemi possono essere in parte risolti o almeno trasferiti agli intermediari finanziari che hanno i mezzi per sopportarne eventuali effetti negativi, in modo che essi non si riversino su un singolo o uno sparuto numero di risparmiatori.
L'azzardo morale (moral hazard) è il rischio che può sopravvenire in una situazione ex-post alla erogazione di un finanziamento e deriva dal comportamento scorretto di un'impresa nell'utilizzare i prestiti erogati per attività più rischiose rispetto a quelle dichiarate. La situazione si verifica quando, una volta ottenuto un prestito per un determinato progetto con un relativo grado di rischio specifico, un’azienda si trova nella condizione di utilizzare le risorse monetarie per fini più rischiosi e con un rendimento atteso più elevato. Tra le tecniche di risoluzione di tale problematica si può enunciare l'attività di monitoring che la banca cotidie utilizza con professionalità e metodi qualificati. Mentre una banca, che ha acquisito tutti gli strumenti nonchè la professionalità (beni con un costo fisso elevato) per condurre un lavoro di monitoraggio dei progetti che finanzia alloca su tutti il costo fisso per la sua attività di monitoring, un agente economico singolo non può svolgere questa attività a causa del suo costo eccessivo, tale da non permettergli di dare in prestito a nessuno le proprie risorse finanziarie in eccesso.
Da un punto di vista teorico una modellizzazione è dovuta a Diamond (1984) che ha dimostrato come risulti ottimale, in presenza di moral hazard, che il finanziamento dei progetti di investimento avvenga attraverso l'attività di un intermediario piuttosto che sul mercato diretto.
a) Azzardo Morale: caso degli intermediari assicurativi
Nel caso di intermediari assicurativi la selezione avversa e l’azzardo morale si verificano in diverse situazioni. Il primo fenomeno si riscontra antecedentemente alla stipula del contratto assicurativo, qualora l'impresa d'assicurazione non abbia informazioni sufficienti per suddividere gli assicurati in fasce di rischio omogenee cioè contraddistinte dalla stessa probabilità di subire un danno tale da indurre l'assicurazione a fissare un premio uguale per tutti gli assicurati contro lo stesso rischio. In tal caso il premio risulterebbe essere troppo elevato per i soggetti poco rischiosi e a buon mercato per quelli più rischiosi, generando così un accumulo dei rischi peggiori e il fallimento dell'impresa assicurativa. Il secondo si verifica dopo la stipula del contratto e contraddistingue le azioni intraprese dall'assicurato che portano a modificare la probabilità del rischio originariamente stimata dall'impresa assicurativa o l'entità del risarcimento - tal caso si riscontra nel comportamento di un agente assicurato che ottenuta l'assicurazione riduce la prudenza che avrebbe avuto nel caso in cui non fosse stato assicurato rendendo così l'evento assicurato più probabile e il risarcimento più elevato.
Per fronteggiare tali problemi le compagnie di assicurazione possono cercare di acquisire informazioni più dettagliate relativamente ai comportamenti degli assicurati e ricorrere a misure che consentano di contrastare e di disincentivare questi stessi fenomeni, quali:
a) segmentare la clientela in classi di rischi omogenee,
b) rendere obbligatoria la sottoscrizione di un'assicurazione per tutti i soggetti esposti a un certo rischio,
c) far partecipare l'assicurato al rischio,
d) legare il premio al passato del soggetto che si vuole assicurare,
e) ridurre il premio se l’assicurato attua particolari precauzioni per ridurre la probabilità che il rischio si verifichi.
I primi due tipi di misure tendono a contenere i fenomeni di selezione avversa, gli ultimi tre tipi sono maggiormente usati per limitare l' azzardo morale rendendo per gli assicurati economicamente vantaggioso adottare comportamenti virtuosi.
Le informazioni nell’attività degli intermediari finanziari risultano dunque fondamentali e alla base di ogni decisione. Un sistema informativo adeguato è la chiave per la soluzione/minimizzazione dei problemi derivanti dall'asimmetria informativa.
b) Azzardo Morale: caso principale agente
Problemi di asimmetria informativa (selezione avversa e azzardo morale) oltre che nell'ambito degli intermediari finanziari rivestono particolare rilevanza anche negli ambiti delle relazioni contrattuali come ad esempio in quella della definizione dei contratti ottimali tra principale (principal) identificabile con l'assemblea dei soci di una società e l'agente (agent) identificabile con l'amministratore delegato. Il principale è colui che propone un contratto e non conosce perfettamente le capacità dell'agente a cui il contratto viene offerto. Nel caso di selezione avversa è l'agente a conoscere le sue vere capacità professionali mentre il principale può solo immaginarle e conoscerle nel tempo, ma solo dopo averlo assunto. Il caso di azzardo morale si verifica quando le azioni dell'agente non sono perfettamente verificabili dal principale, cosa che tuttavia è giustificata dal fatto che se ogni azione dell'agente dovesse esser verificata e approvata dal principale il suo ruolo sarebbe allora inutile e solo un costo aggiuntivo per la società.
c) Azzardo morale: caso dei bidoni di Akerlof
Relativamente a problemi di selezione avversa e azzardo morale l'esempio più citato e studiato in economia è quello sviluppato da George Akerlof relativamente al mercato delle auto usate, in cui si distinguono quelle buone dai cosiddetti bidoni. In tale mercato in estrema sintesi solo i venditori conoscono la qualità dell’auto in vendita mentre gli acquirenti ignorano tale caratteristica. Se gli acquirenti fossero a conoscenza di quale auto è buona pagherebbero come prezzo quello corretto per una auto buona, mentre essendoci anche i bidoni essi pagheranno un prezzo che oscilla tra quello giusto per un bidone e quello giusto per una auto buona, basato sulla probabilità che l'auto messa in vendita sia un bidone. I venditori di auto buone visto il prezzo più basso rispetto a quello corretto per le loro auto buone non saranno disposti a vendere, mentre saranno incentivate le vendite di bidoni ad un prezzo superiore al loro valore. Gli acquirenti, visto l'andamento e la vendita di soli bidoni, non saranno più disposti a pagare il prezzo richiesto generando in tal modo una dinamica negativa delle vendite fino al punto di non avere più transizioni. Da ciò scaturisce la necessità di un soggetto terzo che faccia da intermediario e che abbia degli strumenti e delle professionalità specifiche.

Bibliografia
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Redattore: Alberto Maria SORRENTINO
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