ARGENTO
Metallo nobile dal colore caratteristico, duttile, malleabile, non si ossida all’aria (l’annerimento tipico è solo una patina superficiale di solfuro che non procede in profondità) ed è attaccato solo dall’acido nitrico e dagli acidi ossidanti. Si trova, ma non facilmente, anche allo stato nativo e, più spesso, in composti (solfuri e cloruri) da cui deve essere estratto con procedimenti metallurgici abbastanza complessi. Per questi motivi esso è apparso più tardi a fianco dell’oro (solo i Lidi nel VI secolo a.C. riuscirono a separarlo dall’oro nelle leghe naturali di elettro). Con l’oro ha però condiviso l’impiego nella monetazione e nella produzione di manufatti preziosi (oltre ad avere in tempi moderni numerosi impieghi industriali). L’argento puro è molto malleabile ed è per lo più utilizzato in lega anche negli usi industriali. La purezza della lega espressa in argento si misura in millesimi (un tempo col denaro, suddividendo la lega in ventiquattresimi come per l’oro). In oreficeria e nella monetazione l’argento è impiegato solitamente in lega col rame che resta bianca fino al tenore di 500 millesimi. Per gli oggetti di argenteria si usa generalmente una lega a 800 millesimi. L’argento Sterling (sterling Silver, dove sterling vale “genuino”, “di buona lega”) ha un tenore di 925 millesimi. In lega con 750 millesimi di oro forma l’oro verde. L’argento ha costituito la base dei sistemi monetari talvolta da solo (monometallismo) e più spesso congiuntamente all’oro (bimetallismo) e anche al rame-bronzo. La monetazione merovingia e carolingia era monometallica argentea ed è rimasta tale in Francia fino alla Rivoluzione (sebbene già nel XIV avessero preso a circolare monete d’oro), in Inghilterra e negli Stati Uniti fino al XIX secolo. Il rapporto dell’argento con l’oro è variato nei secoli in ragione delle quantità estratte: era intorno a 1:5 (5 parti di argento per una d’oro) in Mesopotamia intorno al 2500 a.C., 1:12, 5 ai tempi di Augusto, 1:15, 5 con Napoleone I. A metà Ottocento la base monetaria argentea è stata generalmente abbandonata a causa delle forti variazioni del prezzo dell’argento e, quindi, il tasso di scambio fluttua nel mercato. Esso era di 1:18 verso il 1875 ed è, oggi, intorno a 1:65. L’argento è stato usato generalmente per monete di taglio inferiore a quelle d’oro e per monete divisionarie (v. moneta divisionaria), specie in leghe a basso tenore di metallo nobile. La prima 1 lira italiana del 1861-1862 era in argento come pure i pezzi da 5 lire e da 20 e 50 centesimi. In Italia nel secolo scorso si è continuato a battere monete d’argento da 1, 2, 5, 10 e 20 lire tra il 1906 e il 1937. Dopo l’interruzione bellica, nel 1957 è stata coniata una moneta da 500 lire raffigurante al dritto, eseguito dall’ incisore Pietro Giampaoli, una testa di donna contornata dagli stemmi di tutte le regioni e al rovescio, opera dello scultore Guido Veroi, le tre caravelle di Cristoforo Colombo.