AREA MONETARIA
Può intendersi tanto nel senso di insieme di Paesi in cui ha corso legale un’unica moneta (l’area cisalpina e la penisola italiana comprensiva dei territori della Repubblica italiana, della Repubblica di San Marino e dello Stato della Città del Vaticano per la lira a suo tempo), oppure, meno restrittivamente, di Paesi che conservano monete nazionali, ma legate fra loro da cambi fissi, oppure ancora (ma in senso improprio) come insieme dei Paesi dove di fatto una certa moneta è il mezzo di pagamento ordinario nelle transazioni, preferito alla moneta nazionale. La Comunità europea ha tentato di costituire un’area monetaria propria dapprima col serpente monetario (1972), poi con lo SME (1979), entrambi sistemi della seconda specie. La penetrazione del marco tedesco nell’Europa dell’est e nei Balcani nel corso degli anni Novanta è un esempio della terza specie. Con l’UEM, la Comunità ha avuto infine successo, ma solo con 12 dei 15 Stati membri che hanno partecipato all’Eurosistema (area monetaria della prima specie). I meccanismi che sostengono un’area di seconda specie è rendere convertibili presso la banca centrale di uno dei Paesi nella moneta di questo a cambio fisso le monete degli altri aderenti all’aerea. In questo caso la moneta della banca centrale tenuta alla conversione è moneta forte e, di regola, l’area monetaria è anche zona d’influenza economica del Paese che emette la moneta forte. In passato per costruire un’area monetaria è stato usato anche il procedimento di impegnare tutte le banche centrali degli aderenti a convertire liberamente a prezzo prefissato una riserva comune in oro, argento ecc. L’area moneta ria ottimale (tr. dell’espressione ingl.: Optimal Currency Area-OCA, ma anche optimal monetary area) è definita in macroeconomia come quella in cui due o più Paesi condividono una stessa moneta senza effetti svantaggiosi. Si impiegano generalmente tre criteri per definire un’OCA: apertura delle economie di un’area allo scambio mutuo attraverso l’import- export; diversificazione delle economie di ciascun Paese ed esistenza di mobilità del lavoro all’interno dell’area. Sin.: area valutaria (con riferimento ai controlli sui cambi).