CANADA: UN'ECONOMIA CHE HA EVITATO LA CRISI (ENCICLOPEDIA)
Abstract
Dall'inizio della recessione nel 2007, la stabilità economica del Canada è stata indubbiamente più solida rispetto a quella di molti altri paesi OCSE. Nel complesso, nessuna banca canadese ha avuto problemi di insolvenza, è stata nazionalizzata o ha necessitato di una ricapitalizzazione da parte del governo, così come non ci sono stati salvataggi pubblici per imprese e aziende. Il Canada è stato l'unico paese del G-7 in grado di sfuggire alla crisi finanziaria e il rallentamento della sua economia è risultato meno evidente rispetto ai paesi europei e agli Stati Uniti. Inoltre, un recente stress test condotto dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha evidenziato una forte capacità di resistenza dell'economia canadese e delle sue principali banche a potenziali shock esterni. Diversi sono i fattori che hanno giocato un ruolo rilevante in questi risultati positivi. Secondo le ultime analisi economiche, il Canada ha un'economia caratterizzata da alcuni punti di forza: politica fiscale responsabile, sistema finanziario forte, solida politica monetaria e istituzioni capaci di emanare riforme per favorire la crescita.
Un Sistema Finanziario Solido
(vedi anche Sistema finanziario canadese tra regolamentazione federale e crisi economica. Punti di forza e vulnerabilità)
Durante la crisi economica globale del 2007-09, i sistemi finanziari di alcuni paesi hanno reagito meglio di altri. Il sistema finanziario del Canada è stato relativamente meno colpito dalla crisi globale rispetto ad altri paesi industrializzati. Infatti, le performance del sistema bancario canadese durante questo periodo è stata abbastanza solida. Gli istituti di credito canadesi, infatti, devono rispondere a meccanismi di monitoraggio e vigilanza molto rigorosi, devono rispettare requisiti patrimoniali importanti, sono soggetti a maggiori restrizioni e devono garantire un numero limitato di attività e operazioni fuori bilancio. Negli ultimi sei anni, il World Economic Forum ha stilato una classifica dei paesi in base alla loro stabilità bancaria, il Canada si è collocato primo tra più di 140 stati. Allo stesso tempo, nel 2014, secondo la classifica del Global Financial Magazine riguardo le banche con le migliori performance, nelle prime quattro posizioni si sono posizionate proprio quattro banche Canadesi.
E’ importante sottolineare le differenze nelle attività del settore finanziario del Canada rispetto a quelle degli altri paesi e in modo particolare a quelle dei vicini Stati Uniti. Ad esempio, le banche canadesi hanno operato meno energicamente nelle attività di cartolarizzazione e di prestiti subprime rispetto a quelle statunitensi, bypassando le cause scatenanti dell’attuale crisi finanziaria.
Attualmente, il sistema bancario canadese è caratterizzato da cinque elementi chiave:
- Attività di supervisione e vigilanza
- Azioni coordinate per promuovere la stabilità finanziaria
- Meccanismi efficienti delle istituzioni finanziarie
- Capitalizzazione delle banche basate su una regolamentazione prudente
- Quadro finanziario che viene regolarmente rivisto e aggiornato
In particolare, la vigilanza e la regolamentazione per la stabilità finanziaria è garantita da un'adeguata cooperazione informale tra le autorità federali e provinciali. Le responsabilità di vigilanza in Canada vengono infatti suddivise tra il governo federale, tra i governi provinciali e tra enti ed agenzie esterne controllate dal governo federale. L'approccio canadese al funzionamento del sistema è incentrato sulla responsabilità condivisa tra il Ministero delle Finanze e le altre autorità federali di regolamentazione finanziaria, tra cui appunto la Banca del Canada (BOC), Office of the Superintendent of Financial Institutions (OSFI) e il Canada Deposit Insurance Corporation (CDIC). Questi enti riferiscono direttamente al Ministro delle Finanze, che è a sua volta responsabile di fronte al Parlamento canadese. Inoltre, le restrizioni previste nel quadro normativo per l’ingresso di altri soggetti esteri nel sistema bancario canadese, hanno portato ad un sistema bancario altamente concentrato e dominato da solo cinque istituti (Royal Bank of Canada, TD Canada Trust, Bank of Nova Scotia, Bank of Montreal, e Canadian Imperial Bank). Da una parte ciò ha reso il settore meno competitivo, ma dall’altra lo ha anche reso più facile da monitorare dato il minor numero di attori. Per contro, i risultati di questa concorrenza limitata portano il Canada a rispettare gli standard internazionali di regolamentazione e vigilanza.
Un altro fattore importante che merita attenzione è relativo alle pratiche di gestione del rischio delle banche canadesi che per tutta la durata della crisi sono rimaste prudenti (grazie ad una diffusa cultura d'impresa tradizionalmente cauta) attenuandone le conseguenze. In effetti, i risultati del FMI indicano che le banche del Canada hanno sviluppato un modello di business meno aggressivo, meccanismi di finanziamento e liquidità di bilancio più solidi. A supporto di questi risultati, nel 2014, anche il Financial Sector Assessment Program (FSAP) ha evidenziato come i principali istituti di credito del Canada sono stati sufficientemente capitalizzati per resistere ai problemi di credito, di liquidità e di contagio derivanti da shock economici.
Le ragioni della costruzione di un così forte sistema bancario sono da ricercare anche nei problemi che ha accusato il settore finanziario canadese nel recente passato, come il fallimento di alcune piccole banche e difficoltà dei mercati immobiliari nel 1980 e di nuovo nei primi anni del 1990. Questi casi dimostrano che il sistema finanziario canadese non è immune a sconvolgimenti economici e che tali problematiche hanno contribuito allo sviluppo di una serie di misure per rendere più efficiente la regolamentazione del sistema finanziario, comprese appunto l'adozione, per le banche, di migliori pratiche di gestione del rischio. Questi eventi hanno quindi incoraggiato la reazione delle autorità canadesi al fine di creare una situazione di prudente assunzione del rischio e una migliore risposta alle eventuali crisi. In altre parole, le ragioni della buona performance delle banche canadesi durante la crisi finanziaria del 2007-09 sono attribuibili anche ai benefici indiretti derivanti dai precedenti periodi di stress subiti dall’economia e alle successive modifiche messe in atto, in termini di regolamentazione, vigilanza e gestione del rischio, proprio a seguito di questi eventi.
Un altro aspetto chiave che ha contribuito a rendere più saldo il sistema finanziario canadese è stato l’adozione di meccanismi, strutture di comunicazione e mandati chiari per tutte le istituzioni governative che operano per la stabilità finanziaria. Si pensi, ad esempio, ai regolamenti e allo statuto della banca centrale, la Banca del Canada (BOC), che vengono rivisti e aggiornati ogni cinque anni nel tentativo di adattare le sue strutture ai cambiamenti e ai nuovi rischi dell’economia mondiale.
Le Principali Riforme per l’economia Reale
L’economia del Canada conferma il suo trend positivo tra i maggiori paesi industrializzati e in particolare tra i paesi G-7 (come indicato nella Tabella 1), derivante dalle buone performance prima e durante la crisi.
Tab.1: Canada primo tra i paesi del G-7
Fonti: Statistics Canada, U.S. Bureau of Economic Analysis, U.K. Office for National Statistics, Eurostat, Cabinet Office of Japan, and Bank of Canada calculations
Questa capacità di resistenza dell’economia canadese dai problemi della crisi è attribuita a diversi fattori. In primo luogo, bisogna evidenziare come l’economia del Canada fosse in una posizione solida anche prima della recessione globale grazie ad una politica macroeconomica prudente del governo federale. In secondo luogo, le banche hanno resistito meglio agli urti della crisi perché le autorità canadesi hanno agito in anticipo per affrontare lo shock economico che si stava profilando. In questo scenario, è evidente l'importanza svolta da policy maker e istituzioni che hanno avuto un ruolo chiave nell'adozione di riforme specifiche per i settori dell'economia reale.
Nel complesso, le riforme economiche del Canada, sin dal 1980, hanno riguardato gli scambi commerciali, le privatizzazioni, i tagli alla spesa, una moneta forte, importanti agevolazioni fiscali alle aziende, bilanci federali equilibrati e riforme per il decentramento amministrativo volte a diminuire l'influenza del governo centrale (attualmente su molte questioni economiche e fiscali le province sono in concorrenza tra loro ed hanno ampia libertà di perseguire politiche diverse).
Recentemente il governo canadese ha anche varato una serie di misure che, attraverso una maggiore semplificazione e trasparenza, hanno stimolato la crescita degli investimenti. Ad esempio, alcune azioni si sono concentrate sulla riduzione delle barriere agli investimenti esteri nel settore delle telecomunicazioni e sulla possibilità per gli imprenditori di usufruire di tempi molto brevi per l'autorizzazione di grandi progetti. Dal 1° ottobre 2012, infatti, il "Red Tape Reduction Action Plan" definisce ciò che il governo sta facendo per ridurre la burocrazia e permettere agli imprenditori di investire in importanti progetti utili per l’economia canadese. Il piano d'azione prevede anche di rendere il sistema delle autorizzazioni e delle concessioni per le imprese più trasparente. Queste riforme strutturali vanno a migliorare l’erogazione dei servizi per le imprese riducendo l’adempimento di oneri amministrativi, anche al fine di rendere più facili la creazione di strategie comuni con le autorità pubbliche.
Secondo i dati macroeconomici analizzati al World Economic Forum a fine gennaio, l'economia reale canadese è caratterizzata da alcuni punti chiave: costi aziendali relativamente bassi che facilitano l'apertura di nuove imprese, un sistema fiscale che incoraggia gli investimenti, l'accesso al mercato Nord americano, un federalismo fiscale che favorisce la condivisione dei rischi e la flessibilità del mercato del lavoro.
Inoltre, negli ultimi anni, l'obiettivo principale per il governo canadese è stato quello di consolidare il successo delle aziende canadesi attraverso il commercio internazionale. La creazione di un'economia più competitiva rimane una priorità nell'impegno del governo grazie ad una politica fiscale prudente, alla promozione di programmi di innovazione e tramite il rafforzamento degli accordi commerciali. Tra le misure per la crescita una tra le più importanti è stata la quasi completa eliminazione dei dazi e delle tariffe sulle importazioni. Ciò ha continuato a stimolare accordi commerciali con altri paesi (di recente con Panama, Perù, Colombia, Thailandia, il Marocco e l'accordo di libero scambio, quasi completato, tra il Canada e l'Unione Europea). Inoltre, nel 2013 più di 90 multinazionali straniere hanno deciso di operare in Canada. Questa politica commerciale ha diversificato i mercati di esportazione per il Canada dopo la contrazione della domanda estera a seguito della crisi del 2007.
Tutte le recenti misure poste in essere dal governo, insieme ad altre approvate in precedenza, sono state adottate al fine di proteggere l'economia dai rischi della recessione. Nonostante questo però, la prolungata lenta crescita nei mercati emergenti e nella zona euro potrebbe comunque ripercuotersi indirettamente e influenzare negativamente l’economia canadese scoraggiando la domanda per le esportazioni, soprattutto per il settore manifatturiero andando ad incidere sul prodotto interno lordo complessivo del Canada.
Bibliografia
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Redattore: Giovanni Aversa