CAMBIALE FINANZIARIA

Strumento di finanziamento a disposizione delle imprese, utilizzabile per la raccolta di risparmio presso i terzi. In particolare la cambiale finanziaria, talvolta impropriamente definita commercial paper, si configura come uno strumento finalizzato alla copertura di temporanei fabbisogni di cassa. La cambiale finanziaria è regolamentata dalla l. 13.1.1994 n. 43 che detta disposizioni in merito alle sue caratteristiche tecniche e prevede una serie di requisiti per la sua emissione. Questi titoli devono avere scadenza non inferiore a tre e non superiore a dodici mesi, taglio minimo pari a 100 milioni e devono inoltre avere la forma di vaglia cambiario ed essere trasferibili per girata ma esclusivamente con la clausola “senza garanzia”, che impedisce al giratario di rivalersi sul girante in caso di mancato pagamento. La delibera del CICR del 3.3.1994 dispone che le cambiali finanziarie possono essere emesse sia da società o enti i cui titoli sono negoziati nei mercati regolamentati sia dalle altre imprese, anche se in questo caso è previsto che il documento sia affiancato da una garanzia fidejussoria di importo pari almeno al 50% del valore di sottoscrizione. È invece temporaneamente preclusa l’emissione alle banche. L’emissione di cambiali finanziarie costituisce raccolta del risparmio ai sensi dell’art. 11 d.lg. 1.9.1993, n. 385. 
Regime fiscale
. La l.13.1.1994 n. 43 che ha introdotto e disciplinato sotto il profilo civilistico le cambiali finanziarie, ha altresì dettato un regime fiscale di favore volto ad incentivare l’impiego di questo nuovo strumento finanziario. In particolare, con riferimento all’IVA, l’art. 2 della legge citata assimila le cambiali ai titoli obbligazionari: ne consegue che l’emissione di cambiali finanziarie non è considerata prestazione di servizi ai fini IVA e che le operazioni relative a cambiali finanziarie e le operazioni di mandato, mediazione e intermediazione riguardanti cambiali finanziarie sono esenti da IVA. Ai fini dell’imposta di bollo l’art. 2, citato, prevede l’assoggettamento all’imposta nella misura di lire 100 per ogni milione o frazione di valore indicato nel titolo. Ai fini delle imposte dirette le aziende emittenti le cambiali finanziarie devono operare una ritenuta a titolo di imposta del 12,5% (se vengono rispettati i presupposti per le obbligazioni emesse da società non quotate) o del 27%. Se le cambiali sono emesse da banche si applica la ritenuta del 12,5% a prescindere dal tasso applicato.

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