CAMBIALE COMMERCIALE

Titolo di credito che trae origine da una effettiva transazione commerciale, data dall’esistenza di un rapporto tra venditore e compratore o fra committente e commissionario. Manifesta un debito del trattario (o emittente) verso il traente (o prenditore) e presenta la garanzia di un affare effettivamente compiuto dal quale gli obbligati traggono i mezzi per lo svolgimento della loro attività. Si differenzia dalla cambiale finanziaria e dalla cambiale di comodo perché la prima è sottoscritta direttamente alla banca da un commerciante il quale abbia bisogno di danaro e non ha in portafoglio effetti commerciali, mentre la cambiale di favore è rilasciata senza alcun rapporto sottostante al solo scopo di sconto presso una banca. Dal punto di vista tecnico- bancario, soltanto le cambiali commerciali, dovrebbero essere bancabili (v. bancabilità), avendo le stesse il loro controvalore o in una merce che deve essere venduta o in un credito sorto per effetto di tale vendita, mentre lo sconto delle cambiali finanziarie e di favore si risolve in sostanza in un’operazione di finanziamento allo scontatario con la garanzia del coobbligato cambiario. In considerazione della diversa realtà economica sottostante, il rinnovo delle cambiali commerciali, che normalmente hanno una scadenza non superiore a quattro mesi, non dovrebbe essere ammesso, mentre lo è per le cambiali di favore appunto perché l’azienda debitrice deve trovare o nei maggiori profitti o nella riduzione delle spese il margine per rimborsare gradatamente le somme di denaro ottenute dalla banca.

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