BANCA DEI POVERI
Istituto bancario che opera principalmente nei Paesi in Via di Sviluppo (PVS) con l’obiettivo di fornire servizi finanziari (prestiti, gestione del risparmio, assicurazione) a quei soggetti considerati ‘non solvibili’ dal settore bancario tradizionale. Generalmente, i servizi offerti dalla Banca riguardano importi monetari molto ridotti nell’ordine massimo di poche decine di euro. L’idea alla base dell’istituto è che, in contesti di estrema povertà, sono sufficienti piccoli prestiti per permettere alle persone l’avvio di semplici attività economiche di sussistenza, incentivare il risparmio e determinarne l’indipendenza economica. Lo scopo principale della Banca è dunque quello di erogare microprestiti a costi contenuti e senza garanzia. La formula utilizzata per raggiungere tale risultato si basa su una serie di elementi caratteristici quali l’abolizione delle procedure burocratiche che normalmente caratterizzano le banche, l’eliminazione di ogni tipo di documentazione cartacea, dettata anche dalla condizione di analfabetismo della maggior parte dei clienti, la concessione di prestiti sulla fiducia e senza alcuna garanzia ma basata su meccanismi virtuosi di solidarietà e mutuo condizionamento e sulla rateizzazione. In genere i prestiti concessi da tali istituti hanno un tasso di restituzione pari al 99%.
La prima banca dei poveri è stata fondata nel 1976 in Bangladesh da Muhammad Yunus (premio Nobel per la pace nel 2006) con il nome di Grameen Bank (Banca del contadino). L'esperienza di tale istituto è stata di recente importata, e riadattata, anche nei paesi sviluppati nel tentativo di assistere i cosiddetti ‘nuovi poveri’ dell’economia.
Bibliografia
Becchetti L., Paganetto L. (2003), Finanza Etica. Commercio Equo e Solidale, Saggine.
Pearl D., Phillips, M. M. (2001), Grameen Bank, Which Pioneered Loans For the Poor, Has Hit a Repayment Snag, The Wall Street Journal, 27Novembre.
Yunus, M. (2006), Il banchiere dei poveri, Ed. Feltrinelli.
Redattore: Federica ALFANI
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