ACCORDI EUROPEI DI CAMBIO II (AEC II)
Entrati in vigore il 1° gennaio 1999, sostituiscono gli AEC e forniscono l’assetto per la cooperazione nelle politiche del cambio tra i paesi dell’area dell’euro e gli Stati membri della UE che non ne fanno parte. La partecipazione agli AEC II è volontaria; tuttavia, vi è la presunzione che gli Stati membri con deroga vi aderiscano. Attualmente partecipa agli accordi la corona danese con una banda di oscillazione rispetto alla parità centrale nei confronti dell’euro pari al ±2,25 per cento. Gli interventi sul mercato dei cambi ai margini della banda di oscillazione sono, in linea di principio, automatici e illimitati, con disponibilità di finanziamento a brevissimo termine. La BCE e le banche centrali nazionali partecipanti al meccanismo possono tuttavia sospendere gli interventi automatici qualora questi confliggano con l’obiettivo del mantenimento della stabilità degli AC.
Fonte: Banca d'Italia