ZOLLVEREIN
Lett.: unione doganale. Viene chiamata con questo nome abbreviatamene il Deutscher Zollverein, unione doganale tra i regni della Confederazione germanica in vigore con varie vicende e contrasti tra il 1834 e il 1871. Negoziato dalla Prussia negli anni Venticol secondo fine di farne lo strumento della sua politica imperialista di annessioni, non fu accettato dagli Stati tedeschi più lungimiranti che formarono nel 1828 un’unione doganale antiprussiana (Mitteldeutscher Handelsverein), poi smembrata dalle pressioni della Prussia. Il trattato dello Zollverein venne sottoscritto da una parte degli Stati tedeschi nel 1833 (in vigore dal 1°.1.1834) escludendo per volontà prussiana a bella posta l’Austria, mentre gli Stati del Nord-ovest costituivano una propria unione (lo Steuerverein). In una crisi dell’Unione del 1852 la Prussia denunciò il Trattato del 1833 e concedette all’Austria la clausola della nazione più favorita, costringendo gli Stati minori a tornare sotto l’egida prussiana. Incurante degli interessi di questi, la Prussia stipulò nel 1862 un trattato di libero scambio con la Francia danneggiando gli Stati del sud ma riuscendo con minacce di ritorsione economica a impedirne la dislocazione verso l’Austria. Nel 1867 la Prussia riesce a costituire un parlamento doganale degli Stati tedeschi a Berlino. Dopo la sconfitta dell’Austria a Sadowa (1866) e della Francia (1870) lo Zollverein costituì il quadro territoriale delle annessioni al II Reich. La costituzione di un mercato fortemente protetto era servito, nel frattempo, soprattutto allo sviluppo industriale della Prussia.