ZAIBATSU
Grandi cartelli e gruppi giapponesi formatisi nell’era Meiji (1868-1912) con l’aiuto finanziario e politico dello Stato che ne favorì con ogni mezzo la nascita, la crescita, sorreggendone la penetrazione commerciale all’estero per spiazzare i produttori occidentali col sistema del dumping e di una produzione in serie di beni di consumo o semidurevoli di non grande qualità ma a un prezzo molto basso. Nel ventennio tra le due guerre mondiali del Novecento il Giappone era dominato da quattro grandi zaibatsu (Mitsubishi, Mitsui, Sumitomo, Yasuda) che costituivano la struttura tecnica e produttiva di supporto della politica di espansione coloniale e dell’imperialismo nipponico nel Pacifico e in Cina e nella guerra agli Stati Uniti. Ciò si realizzava attraverso gli stretti legami e l’intesa esistenti tra alta dirigenza degli zaibatsu e i vertici politici e amministrativi dello Stato. Gli zaibatsu erano grandi conglomerati controllati da una holding, o sotto la sua influenza dominante, integrati alcuni verticalmente, altri orizzontalmente con un cuore costituito da attività industriali nell’industria pesante, meccanica e di altri settori strategici (per la politica militare del Giappone) e diramazioni bancarie, finanziarie, commerciali internazionali (sogo shosha). . Nel 1945 gli Stati Uniti si proposero di smantellare i cartelli degli zaibatsu con la vendita sul mercato e nel 1947 venne pubblicata una legge antitrust per instaurare un regime di concorrenza. Ma l’attacco comunista in Corea e la Guerra fredda indussero gli USA a potenziare l’economia giapponese in modo da avere un alleato forte. Pochi gruppi e cartelli vennero scissi, presto ricostituiti in seguito a un emendamento della legge antitrust e rinominati keiretsu.