UNIONE MONETARIA

Accordo o intesa a carattere internazionale o interregionale volta a realizzare la libera circolazione delle monete dei paesi aderenti, accompagnata sovente da una moneta comune. Esempi di unioni monetarie risalgono al VI secolo a.C. nell’Asia minore, allorché le città-stato, di norma due, stipulavano accordi per dotarsi di un unico sistema monetario. Sovente l’emissione di moneta avveniva in modo alternato, prima in una città e l’anno dopo nell’altra e ovviamente con alternanza dei controlli. In queste unioni monetarie mancò l’unione politica e pertanto ebbero vita breve. Lo stesso accadde per le unioni monetarie costituite nel Medioevo e nell’epoca moderna e contemporanea. Le unioni monetarie più importanti sono però avvenute negli ultimi due secoli. Sono da ricordare l’accordo monetario o unione monetaria del 1821 fra gli stati tedeschi del nord con a capo la Prussia e articolata sul tallero, quello di Monaco del 1837 fra gli stati tedeschi del sud, con a capo la Baviera e con un fiorino comune e, infine, l’anno dopo, l’unione monetaria di Dresda fra i due gruppi di paesi e con l’emissione di una moneta comunitaria liberamente circolante in tutti gli stati insieme con le monete nazionali. Seguì poi nel 1857 l’unione tra gli stati tedeschi e l’Austria, sciolta nel 1866 in seguito alla sconfitta dell’Austria da parte della Prussia. Un anno prima, nel 1865, era sorta l’Unione Monetaria Latina tra la Francia, l’Italia, la Svizzera e il Belgio. Questi paesi si trovavano di fatto già in unione monetaria. Nel 1873 sorse l’Unione monetaria scandinava tra la Svezia, la Danimarca e la Norvegia con emissione di una corona d’oro comune, per cui questi tre paesi si vennero a trovare in regime di gold standard. Nel 1871 la creazione del marco d’oro da parte del Bismarck pose fine alle unioni monetarie tedesche emise in crisi l’Unione monetaria latina. Da ultimo, nel 1992, i paesi della Comunità europea hanno stipulato l’accordo di Maastricht per la creazione di un’Unione Economica e Monetaria, l’UEM. Di fatto, per particolari pressioni e visioni, questa unione è stata però limitata alle sole monete, pur mancando le necessarie convergenze economiche, sociali e quindi politiche tra i paesi membri. Il Trattato di Maastricht ha affidato alla BCE e alle banche centrali nazionali la politica monetaria e ha regolato soltanto il settore pubblico dell’economia e non il complesso come sarebbe dovuto accadere mirando all’equilibrio della bilancia dei pagamenti valutaria. Anziché l’unione economica e monetaria si è creata la sola unione monetaria, i cui sviluppi hanno portato alla firma del Patto di stabilità e alla creazione di un’area monetaria formata oggi da 16 paesi: Austria, Belgio, Cipro, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Olanda, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna.

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