UEP
Acr. di: Unione Europea dei Pagamenti. Istituita il 18.9.1950 nell’ambito dei paesi dell’OECE, poi OCSE, in sostituzione di un precedente accordo di pagamento e di compensazione. Scopi di questa unione si riconoscevano espressamente nel conseguimento di un massimo di liberalizzazione degli scambi di beni e di servizi, nell’aiutare i Paesi membri a rendersi indipendenti da aiuti esterni di carattere eccezionale, nell’incoraggiarli a conseguire un livello elevato di scambi commerciali e di occupazione in condizioni di stabilità monetaria e finanziaria anche nei riguardi del resto del mondo e non soltanto interna. L’UEP doveva, inoltre, facilitare gli sforzi per giungere alla convertibilità generale, ossia multilaterale, delle monete e a questo scopo si dovevano evitare al massimo i trasferimenti di oro e di valuta. Aderirono all’UEP con relative quote i Paesi dell’Europa occidentale, più la Turchia. La BRI divenne banca agente e banca responsabile della tenuta dei conti. L’Unione fu dotata di fondi per 350 milioni di dollari a valere sugli aiuti ERP, integrati in prosieguo di tempo con i pagamenti dei paesi debitori e con i crediti concessi da quelli creditori, oltre che altri proventi. Moneta scritturale, ossia di conto, fu l’UCE (unità di conto europea) dotata di una parità aurea di 0,888671 grammi di fino, uguale a quella del dollaro. Con il progressivo buon funzionamento dell’Unione, la cui contabilità si resse sui saldi, evitando così al massimo costosi e il più delle volte impossibili esborsi di oro e di valuta pregiata, fu possibile a ogni Paese membro fissare la parità tra la moneta nazionale e quella di conto. In seguito si arrivò alla stabilità dei cambi delle valute dell’Unione e quindi ai cambi multilaterali. Prorogata di volta in volta fino al 1958, l’attività dell’Unione cessò con il raggiungimento dei suoi scopi. Il 27.12.1958 entrò in funzione l’Accordo Monetario Europeo (AME), finalizzato al ripristino del libero mercato monetario e valutario. Poco dopo fu creato un unico mercato dei cambi nel quale ogni moneta fu trattata liberamente contro tutte le altre valute, compreso il dollaro. Scomparvero il mercato cosiddetto “libero” e i mercati semiliberi, compresi quelli per le valute cosiddette trasferibili (v. valuta trasferibile).