STRATEGIA EUROPEA 2020 (ENCICLOPEDIA)
Strategia per una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva, così come definita nella comunicazione della Commissione Europea COM(2010)2020 del 3 marzo 2010 (http://ec.europa.eu/eu2020/pdf/COMPLET%20IT%20BARROSO%20-%20Europe%202020%20-%20IT%20version.pdf). Nel corso della consultazione pubblica svolta dalla Commissione per delineare la strategia 2020, le tematiche maggiormente popolari sono confluite nelle 3 priorità sulle quali la stessa deve essere incentrata, ricorrendo ad un approccio tematico: crescita intelligente, intesa come sviluppo di un'economia basata sulla crescita e sull'innovazione; crescita sostenibile, per un'economia efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e competitiva; crescita inclusiva, a favore di un'economia con un alto tasso di occupazione, per promuovere la coesione economica, sociale e territoriale. La strategia è stata adottata, nella forma di orientamenti integrati, in occasione del Consiglio europeo del 17 giugno 2010.
Obiettivi guida:
l'azione dell'Unione europea nel suo complesso e quella degli Stati membri devono concorrere a: innalzare al 75% il "tasso di occupazione delle donne e degli uomini di età compresa tra 20 e 64 anni, anche mediante una maggiore partecipazione dei giovani, dei lavoratori più anziani e di quelli poco qualificati e una migliore integrazione degli immigrati legali"; condizioni più favorevoli per la ricerca e lo sviluppo, al fine di "portare al 3% del PIL i livelli di investimento pubblico e privato combinati in tale settore"; ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 20% rispetto ai livelli del 1990 e contemporaneamente incrementare del 20% della "quota delle fonti di energia rinnovabili nel consumo finale di energia", cosicché l'efficienza energetica progredisca del 20% (traguardo del 20/20/20 in materia di clima/energia); in ambito di istruzione, lo scopo è quello di comprimere il tasso di dispersione scolastica ad un grado inferiore del 10% ed aumentare la percentuale di popolazione tra 30 e 34 anni che completi l'istruzione terziaria o equivalente almeno al 40%; a favore dell'inclusione sociale, l'Unione si impegna a salvare circa 20 milioni di persone dal rischio di povertà ed esclusione. Compito di tradurre gli obiettivi individuati a livello dell'Unione in precisi percorsi nazionali spetta al Programma Nazionale di Riforma (PNR), strumento nazionale di coordinamento della strategia, il cui responsabile politico, in Italia ad esempio, è il Ministro per le Politiche europee.
Le iniziative faro della Commissione europea:
misure nazionali proprie degli Stati membri devono integrarsi ad azioni a livello dell'Unione europea, le cosiddette iniziative faro, "Flagship initiatives", divulgate dalla Commissione, comprese negli ambiti delle tre priorità. Crescita intelligente: "Un'agenda europea del digitale", lanciata dalla Commissione il 22 maggio 2010, rappresenta la strategia per accelerare la diffusione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT) e sfruttare i vantaggi di un mercato unico del digitale per famiglie e imprese entro il 2020. L'agenda del digitale prevede interventi mirati a realizzare un mercato unico del digitale favorendo l'accesso a servizi e contenuti online; migliorare l'interoperabilità dell'ICT attraverso la promozione di standard; rafforzare sicurezza, confidenza e privacy dei cittadini europei nell'utilizzazione dell'ICT; assicurare la diffusione capillare e l'accesso dei cittadini ad internet ad altissima velocità; aumentare gli stanziamenti su ricerca ed innovazione nel settore ICT; promuovere la conoscenza dell'ICT per favorirne l'uso da parte di tutti i cittadini; accelerare l'adozione di soluzioni intelligenti basate sull'ICT per affrontare le grandi sfide del futuro come la riduzione dei consumi energetici. Responsabilità degli Stati membri è di elaborare strategie operative per l'internet ad alta velocità e disporre un quadro legislativo che permetta la riduzione dei costi di ampliamento della rete . "Youth on the move", lanciata il 16 settembre 2010, ha per oggetto l'agevolazione dei giovani alla ricerca della prima occupazione, accompagnandoli ad acquisire competenze, abilità ed esperienze essenziali a ciò. Le azioni dettate dalla suddetta iniziativa si riassumono in: apertura di un sito web dedicato, che funzioni da sportello unico informativo; un progetto pilota, "Your first EURES job", che offre consulenze, supporto nella ricerca di occupazione e sostegno finanziario, gestito dalla rete EURES; un quadro di valutazione della mobilità; la creazione di uno strumento europeo di prestito agli studenti, mediante la collaborazione con la BEI; l'ideazione di un sistema globale e multidimensionale per la graduatoria delle università; la diffusione di una carta Youth on the move che assicuri prestazioni e sconti ai giovani; un sistema di monitoraggio delle offerte di lavoro su scala europea "European Vacancy Monitor"; un sistema di micro finanziamento "Progress" in aiuto dei giovani imprenditori; una garanzia offerta dagli Stati membri affinché a 6 mesi dal termine della scuola i giovani proseguano la formazione o svolgano un'esperienza lavorativa; un passaporto europeo delle competenze basato su "Europass", il cv europeo online. A livello nazionale, gli Stati membri hanno il compito di costituire quadri nazionali delle qualifiche ed offrire consulenza, attività di orientamento ed apprendistati. "L'Unione dell'innovazione", lanciata dalla Commissione il 6 ottobre 2010, prima strategia integrata per potenziare la ricerca e l'innovazione in Europa, attraverso investimenti pubblici mirati, il sostegno al settore privato e la rimozione delle barriere alla libera circolazione dei ricercatori e delle loro idee e rafforzare così tutti gli anelli della catena innovativa dalla ricerca di base alla commercializzazione dei risultati. L'obiettivo di Europa 2020 di incrementare gli investimenti fino al 3% del PIL in ricerca e sviluppo permetterebbe la formazione di 3.700 milioni di posti di lavoro e l'innalzamento del PIL annuo a 795 miliardi di euro entro il 2025. Per consentire il raggiungimento di questo traguardo è necessario impiegare 1 milione in più di ricercatori. Il piano della suddetta iniziativa faro prende le mosse da alcuni elementi chiave: i partenariati europei per l'innovazione; un quadro valutativo dell'Unione dell'innovazione ed un elenco di controllo relativo ai sistemi innovativi efficaci; la proposta di un regime transfrontaliero per il capitale di rischio e la cooperazione con la BEI; rimozione degli ostacoli alla mobilità dei ricercatori; accesso maggiore ai risultati della ricerca finanziata con fondi pubblici; istituzione di un consiglio direttivo europeo in materia di design e un marchio europeo del design di eccellenza; sviluppo di un progetto pilota sull'innovazione sociale in Europa per formare nuove competenze a tutti i livelli occupazionali; fondi stanziati dai governi per appalti pubblici di prodotti e servizi innovativi; rinnovo del regime europeo della proprietà intellettuale attraverso un accordo sul brevetto UE, la creazione di un tribunale specializzato per i brevetti, la fissazione di standard interoperabili ed un accesso agevolato al capitale; un regime dei fondi strutturali maggiormente incentrato sull'innovazione. A livello nazionale gli Stati membri sono tenuti ad attuare una programmazione congiunta e a rafforzare la cooperazione transnazionale nei settori con un valore aggiunto dell'UE. "Una politica industriale per l'era della globalizzazione", lanciata dalla Commissione il 27 ottobre 2010, che assegna un ruolo centrale alla piccola e media impresa e richiama l'affermazione di una governance industriale europea. Condizioni più favorevoli si otterranno tramite una regolamentazione intelligente, un accesso agevolato ai finanziamenti per le imprese, lo sviluppo del mercato unico, la difesa attiva dei diritti di proprietà ed il rafforzamento delle infrastrutture. Per competere nei mercati internazionali l'UE inoltre deve provvedere ad una migliore regolamentazione degli scambi e degli accordi internazionali unitamente ad una maggiore garanzia di accesso alle materie prime ed ai fattori di importanza critica. A livello nazionale gli Stati membri sono tenuti ad apportare variazioni positive al clima imprenditoriale, ad esempio, utilizzando gli appalti pubblici per sostenere gli incentivi all'innovazione e a favorire le situazioni tutelate dal diritto della proprietà intellettuale. Inoltre si richiede una riduzione egli oneri amministrativi ed una più stretta collaborazione tra i diversi settori per accelerare il progresso di tutta l'industria. "Un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse", lanciata dalla Commissione il 26 gennaio 2011, punta a coinvolgere i governi, i portatori di interessi e l'opinione pubblica a sostegno di una strategia europea di lungo termine per un utilizzo efficiente delle risorse, strumentale al raggiungimento di vari obiettivi dell'UE: dalla diminuzione dell'85-90% delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2050, alla riforma dell'agricoltura e della pesca, dalla riduzione dell'insicurezza alimentare nei paesi in via di sviluppo ad una più efficace risposta europea all'aumento del prezzo dell'energia e delle materie prime. A tal proposito si cita anche la richiesta di un piano per l'efficienza energetica entro il 2020 e di uno di azione sull'energia entro il 2050. Obiettivi particolari riguardano la raccolta di proposte volta a modernizzare e a decarbonizzare il settore dei trasporti ed il completamento del mercato interno dell'energia, tramite anche l'attuazione del piano strategico per le tecnologie energetiche, SET. Un altro significativo progetto afferisce al potenziamento delle reti europee, a partire dalla presentazione di un'iniziativa che trasformi tutte le reti anche quelle transeuropee, in una super rete europea, una combinazione di reti intelligenti e di interconnessioni, specialmente quella delle fonti di energia rinnovabile con la rete, mediante il sostegno dei fondi strutturali e della BEI. A livello nazionale gli Stati membri sono obbligati a ridurre gradualmente le sovvenzioni che provocano ripercussioni negative sull'ambiente, ad utilizzare gli strumenti basati sul mercato, sviluppare infrastrutture intelligenti e realizzare in maniera coordinata i progetti infrastrutturali. "Un'agenda per nuove competenze e nuovi posti di lavoro", lanciata dalla Commissione il 23 novembre 2010, vuole porre le basi per il rinnovamento dei mercati del lavoro, attraverso l'acquisizione di nuove competenze, l'adeguamento alle mutate condizioni ed il riorientamento professionale. Per un soddisfacente funzionamento dei mercati del lavoro dell'UE la Commissione propone una moltitudine di azioni concrete che contribuiranno: ad accelerare la riforma del mercato del lavoro in modo da migliorare la flessibilità e la sicurezza dei mercati del lavoro, anche detta flessicurezza; fornire alle persone e alle imprese opportuni incentivi e investire nella formazione; ad assicurare condizioni di lavoro dignitose tramite un innalzamento della qualità della legislazione del lavoro; a garantire condizioni adeguate per la creazione di posti di lavoro, come la riduzione degli oneri amministrativi e della fiscalità che grava sul lavoro e sulla mobilità. A livello nazionale l'impegno degli Stati membri è finalizzato ad attuare i propri percorsi nazionali di flessicurezza e a monitorare regolarmente l'efficienza dei sistemi fiscali e previdenziali. Inoltre si mira alla creazione di quadri nazionali per le qualifiche, all'acquisizione e al riconoscimento delle competenze in tutti i sistemi di insegnamento, unitamente a partenariati tra il settore dell'istruzione ed il mondo del lavoro. "Piattaforma europea contro la povertà", lanciata dalla Commissione il 16 dicembre 2010, per garantire l'inclusione sociale, economica e territoriale, consentendo alle vittime della povertà una possibilità di vita dignitosa e di partecipazione attiva alla società. L'UE svolge un ruolo di coordinamento, individuando le migliori pratiche e promuovendo lo scambio di esperienze, definendo norme su scala europea e mettendo a disposizione finanziamenti. Gli interventi prioritari attraversano i seguenti ambiti: accesso facilitato al lavoro, alla sicurezza sociale, ai servizi essenziali e all'istruzione; uso intelligente dei fondi europei per sostenere l'integrazione e combattere le discriminazioni; individuazione di soluzioni innovative nell'Europa post crisi, specialmente per favorire forme più efficaci ed efficienti di sostegno sociale; ricerca di nuovi tipi di collaborazione tra pubblico e privato. A livello nazionale gli Stati membri sono tenuti a promuovere la responsabilità collettiva e individuale nella lotta alla povertà e all'esclusione sociale e a definire ed attuare misure coinvolgenti categorie particolarmente a rischio. A sostegno dell'obiettivo è necessario anche il pieno utilizzo dei propri regimi previdenziali e pensionistici, in modo da assicurare un adeguato sostegno al reddito ed un sufficiente accesso all'assistenza sanitaria.
Bibliografia
COM(2010)2020, Bruxelles, 3 marzo 2010, EUROPA 2020 Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva
Paul Zagamé (2010) (paper) "The costs of a non-innovative Europe: what can we learn and what can we expect from the simulation works" (http://ec.europa.eu/research/social-sciences/pdf/demeter-costs-non-innovative-europe-zagame_en.pdf)
COM 2011(144) "LIBRO BIANCO Tabella di marcia verso uno spazio unico europeo dei trasporti - Per una politica dei trasporti competitiva e sostenibile" (http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2011:0144:FIN:IT:PDF)
Link:
http://ec.europa.eu/europe2020/index_it.htm
ec.europa.eu
cordis.europa.eu
www.politichecomunitarie.it
Redattore: Marianna RONCHINI