SWAP

Contratto derivato per lo scambio di flussi finanziari lungo un determinato arco temporale. L’operazione rientra negli strumenti finanziari derivati (art.1.3 TUF).
Ne esistono moltissimi tipi, tra cui: interest rate swap (sui tassi di interesse), currency swap (su valute), rischio di default (Credit Default Swap), commodity swap (che fissa il prezzo di una certa merce, per una certa quantità e in un determinato arco di tempo), real-estate swap (transazioni di swap immobiliare), equity swap.
I contratti swap comportano un elevato grado di rischio, poichè non sono standardizzati nè esiste un meccanismo di compensazione, e non hanno un mercato secondario su cui rinegoziarli.
I contratti swap più semplici si chiamano Plain Vanilla (fig. 1). In questo esempio (http://en.wikipedia.org/wiki/Swap_(finance)) A paga il tasso variabile, mentre B paga il tasso fisso ed entrambi vogliono scambiare il loro tipo di tasso. Entrambi hanno lo stesso indebitamento, in termini di capitale su cui calcolare gli interessi. Con il contratto swap, A pagherà il fisso e B il variabile. Di solito le due parti sottoscrivono il contratto con un intermediario (Bank) che prende una fee per questo servizio. L’intermediario non funge da cassa di compensazione e il rischio di controparte rimane in capo ad A e B.



Il valore di uno swap si calcola al termine del contratto, come differenza tra i flussi pagati da ciascuna delle due parti.

Bibliografia
HULL J. (2008) Options, futures and other derivatives, Prentice Hall.
OLDANI C. (2008) Governing Global Derivatives, Ashgate, London.

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