È la succursale della banca comunitaria istituita nel territorio della Repubblica. A tal fine è necessario che l’ente possa considerarsi banca secondo la definizione del TUBC, e cioè eserciti raccolta di risparmio tra il pubblico e esercizio del credito, e che abbia sede legale e amministrazione centrale in un medesimo Stato estero comunitario. Secondo l’art. 15, comma 3, TUBC, il primo insediamento della succursale comunitaria nel territorio italiano è soggetta alla sola comunicazione alla Banca d’Italia da parte dell’autorità competente dello Stato di appartenenza: l’inizio dell’attività della succursale avviene decorsi due mesi dalla comunicazione. Solo qualora ricorrano motivi d’interesse generale, individuato alla luce dell’ordine pubblico comunitario, la Banca d’Italia e la Consob possono sottoporre l’esercizio dell’attività della succursale a determinate condizioni. La regolamentazione dell’operatività delle succursali comunitarie è basata sul principio del c.d. home country control: le autorità competenti del paese d’origine mantengono i poteri di vigilanza e in particolare possono procedere ad ispezioni nelle succursali medesime. Alla Banca d’Italia spettano invece i poteri relativi alla liquidità della succursale e alla politica monetaria, oltre che l’adozione di provvedimenti, compresa la chiusura dellasuccursale, per il caso in cui siano violate dalle banche comunitarie le disposizioni relative alle succursali, in pregiudizio degli interessi dei depositanti e dei risparmiatori. Qualora sia revocata l’autorizzazione all’attività, la succursale comunitaria potrà essere sottoposta alla procedura di liquidazione coatta amministrativa in quanto applicabile. La dottrina, infine, sottolinea che il principio del mutuo riconoscimento opera con riguardo alla operatività e allo statuto della succursale ma non si applica alla disciplina delle operazioni, le quali, in quanto contratti, resteranno assoggettate alle norme di diritto internazionale privato e alle convenzioni stipulate dagli Stati membri.