SUBPRIME
Il termine “subprime” si riferisce allo status del creditore, che è “sub”-“prime”, cioè non ha lo standing creditizio per ottenere un tasso “prime” sul prestito. La tipologia subprime comprende un’ampia varietà di strumenti di credito, quali i mutui, i prestiti d'auto e le carte di credito.
Tecnicamente il creditore subprime ha un credit score inferiore a 620, secondo la definizione della Riserva Federale americana. Il basso credit score del soggetto può essere dovuto alla cattiva storia creditizia o alla mancanza della stessa. La concessione di credito a soggetti con difficoltà di restituzione del prestito dà l’opportunità alla banca di praticare tassi d’interesse e fees più alti.
Grazie ai mutui subprime, nove milioni di famiglie americane hanno potuto acquistare una casa nel periodo 1996-2003 (Gramlich, 2004). Nel 2007 si stima che il mercato dei mutui subprime avesse raggiunto i 1,3 mila miliardi di dollari americani, rispetto ai 10 mila miliardi di dollari dell’intero mercato dei mutui americani.
I prestiti subrime sono permessi dal sistema federale americano, in deroga alla normativa prudenziale sulle banche, in virtù della funzione che questi prestiti svolgono nel mercato del credito. In particolare, i prestiti ipotecari sostituiscono il sistema di social housing (cd. case popolari), che in America non esiste.
1. Critiche ai subprime
Il credito subprime doveva garantire un diritto di accesso universale al credito, ma in modo non selettivo rispetto agli impieghi. Altre iniziative, come il microcredito alle imprese o prestiti d'onore agli studenti meno abbienti, consentono un accesso a queste categorie, ma in assenza di forti guadagni da parte degli intermediari.
Le critiche al credito subprime sono aumentate esponenzialmente a partire dal 2006, in risposta alla crescente crisi dell'industria immobiliare statunitense. Come già osservato dalla Federal Reserve, di fronte al rallentamento dei corsi immobiliari, centinaia di migliaia di debitori sono stati costretti all’insolvenza mettendo in difficoltà l’intero mercato del credito.
Gli oppositori del credito supbime hanno aspramente criticato l'industria bancaria e finanziaria per aver messo in atto pratiche predatorie, come l'aver accettato clienti che non avevano chiaramente le risorse per soddisfare i termini dei contratti, o di aver portato le rate dei mutui a tasso variabile a un livello insostenibile per i redditi medi, senza consentire una successiva rinegoziazione dei debiti o un allungamento della loro durata. Tali pratiche sono contrarie agli obiettivi di sana e prudente gestione che si poneva la Federal Reserve.
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