STARBOND
Forma di stripping, consistente nell’applicazione di tale tecnica a titoli a reddito variabile quali, p.e., i CCT. È stata messa a punto principalmente al fine di superare le difficoltà che, in origine, avevano ostacolato l’affermazione dello stripping. Sotto il profilo tecnico, essa è il frutto di un arbitraggio su titoli a cedola variabile, effettuabile in via sistematica da qualsiasi operatore, il cui “spazio economico” risiede nello spread che lega la cedola del CCT al BOT sottostante. Il risultato di tale operazione è appunto, da un lato, la creazione di uno starbond, cioè di un titolo che per durata, rendimento e rischio si configura come un perfetto sostituto di un BOT di valore pari alla valorizzazione della cedola “strippata”, e, dall’altro, di un titolo, quello ex cedola, in grado di offrire notevoli opportunità non solo al Tesoro (in merito all’allungamento della vita residua del debito pubblico), ma anche ai gestori professionali e ai piccoli risparmiatori. Lo schema che conduce allo starbond prevede, tipicamente, lo stacco dal CCT della cedola in corso e la cessione al risparmiatore, cui viene garantito un tasso di rendimento superiore di un certo margine rispetto a quello offerto dal BOT sottostante, ma non superiore allo spread che la cedola del medesimo CCT riconosce rispetto al BOT.