RENDITA
1. Nell’uso comune indica ogni reddito continuativo, a tempo o perpetuo, che si ottiene da un bene, un possedimento, un diritto reale, un capitale, senza sopportare costi di produzione o al netto dei costi di produzione. Per metonimia, il corrispondente diritto e, anche, i beni dai quali la rendita deriva. In questo senso molto generico è sinonimo di entrata, introito, provento e, un tempo, indicava anche il canone d’affitto. La rendita (nella specie della rendita perpetua) era la forma tipica di appropriazione del prodotto nazionale da parte di sovrani, nobiltà e clero nell’Ancien Régime, attuata in diverse forme giuridiche (canoni; censi reali o personali, riservativi o consegnativi; livelli ecc.). Perciò nell’antico linguaggio della contabilità dei grandi patrimoni familiari ed ecclesiastici “rendite” era termine che compariva in luogo di “ricavi”. In economia e finanza il concetto di rendita compare con gli economisti classici con la categoria della rendita fondiaria, è generalizzato a ogni attività economica con i neoclassici (v. rendita del produttore; rendita del consumatore; rendita di posizione). Il termine è entrato nel linguaggio del diritto tributario (rendita imponibile; rendita catastale, v. avanti sub c), delle assicurazioni sulla vita (v. avanti sub d) e della previdenza (rendita previdenziale).
2. La costituzione di una rendita è regolata da un contratto tipico previsto dal c.c. (v. contratto di rendita).
3. Il diritto tributario impiega la parola rendita nella normativa sull’accertamento dei redditi dei terreni e dei fabbricati. I legislatori del- l’Ottocento hanno perpetuato l’uso del termine, preso dai catasti degli Antichi Stati, in quanto, influenzati dalle teorie ricardiane, erano orientati a classificare le imposte secondo la ripartizione per classi del prodotto nazionale e intendevano effettivamente attribuire all’imposta sui terreni il compito di colpire la rendita fondiaria identificata in quella che era denominata, fino al T.U. 8.10.1931 n. 1572, rendita imponibile dei terreni. Di fatto tale rendita, quale era determinata dal catasto, esprimeva un reddito medio stimato in base alla moltiplicazione della superficie delle particelle per le tariffe d’estimo comuni ai terreni classati nello stesso modo. L’espressione rendita imponibile è stata perciò sostituita nella riforma tributaria del 1973 da reddito dominicale che, insieme al reddito agrario, entrambi determinati moltiplicando la superficie del terreno con le rispettive tariffe d’estimo. La dizione tariffa catastale permane ancora nel Nuovo catasto urbano per i fabbricati, sebbene il termine indichi anch’esso un reddito medio ottenuto moltiplicando la consistenza di ciascuna unità immobiliare per la tariffa d’estimo media stimata per la classe di appartenenza. Sull’uso corrente di rendita per i redditi finanziari v. rendite finanziarie.
4. Nel linguaggio delle assicurazioni rendita indica la prestazione patrimoniale in denaro dovuta periodicamente e ricorrentemente dalla compagnia di assicurazioni all’assicurato o al beneficiario di una polizza vita dopo il verificarsi di un certo evento (esistenza in vita dell’assicurato a una certa epoca o verificarsi della morte dell’assicurato) previsto dal contratto. La rendita è una prestazione alternativa all’erogazione di un capitale in soluzione unica al verifi carsi dell’evento.
5. In matematica finanziaria la rendita è definita come una successione di pagamenti (rate) fatti a tempi equidistanti che, secondo il periodo, si denomina annualità, semestralità, trimestralità ecc. Sono poliennali le rendite i cui termini scadono ogni t anni (dove t indica il numero di anni di intervallo della rendita). La rendita è detta posticipata o anticipata, o a rate posticipate o anticipate, secondo che i versamenti sono compiuti alla fine o all’inizio del periodo. Il numero dei periodi moltiplicati per gli anni di intervallo rappresenta la durata della rendita. Le rate (e quindi le rendite) possono essere temporanee o perpetue, costanti o variabili per importo e/o periodo. La matematica finanziaria tratta le rendite per calcolare il valore attuale, il montante a scadenza o il capitale necessario per costituirle con formule standardizzate nel caso di rendite a rate costanti e con i procedimenti ordinari di capitalizzazione e di attualizzazione nel caso di quelle a rate variabili (v. capitalizzazione e attualizzazione). Rendita immediata è (anticipata o posticipata) è quella il cui primo periodo inizia nel momento in cui si è calcolato il valore attuale. Rendita differita è invece quella il cui primo periodo ha inizio dopo un certo intervallo (differimento di p anni).