RAPPORTO SUL COSTO DELLA NON-EUROPA

Ampia serie di ricerche commissionate dalla Commissione delle Comunità Europee nel 1986 e completate nel 1988, con l’obiettivo di una quantificazione dei costi derivanti dalla segmentazione del mercato unico europeo in dodici mercati nazionali a causa della presenza di ostacoli di varia natura (v. barriere non tariffarie) e, quindi, dei vantaggi economici che l’unificazione del mercato comporterebbe per imprese a consumatori europei in primo luogo, ma anche extra CEE in secondo luogo. Esse sono anche note come Rapporto Cecchini, dal nome del direttore di tale progetto di ricerca. Secondo le conclusioni del rapporto, i vantaggi sono valutabili in circa 200 miliardi di ECU, in termini di minori costi, e potrebbero essere addirittura aumentati con l’aiuto di politiche economiche cautamente positive. Anche lo sviluppo del PIL comunitario subirà un effetto positivo pari ad un tasso di incremento una tantum compreso fra un minimo del 4,5%, senza misure di accompagnamento di politica economica, ed un massimo del 7,5%, con misure di accompagnamento. L’inflazione dovrebbe diminuire del 6,1% nel primo caso e del 4,5% nel secondo, così come il deficit pubblico dovrebbe ridursi di una percentuale del 2,2% nel primo caso e di un valore leggermente inferiore all’1% nel secondo caso. Infine, la creazione del mercato unico europeo sarà in grado di esercitare un impatto positivo sull’occupazione europea venendo a creare fra l’1,8 e i 5,7 milioni di occupati in più e ponendo così fine a due decenni i crescita della disoccupazione.

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