RAPPORTO PORTER
Rapporto della Royal Commission on banking and finance (Commission royale d’enquête sur le système bancaire et financier), nominata dal Governo canadese nel 1961 e posta sotto la presidenza di Dana Porter, presidente della Corte di giustizia dell’Ontario per lo studio della revisione del Banking Act del 1933. La Commissione estese però le sue ricerche alle condizioni del mercato del credito, alla politica fiscale e alla politica monetaria, al debito pubblico e ai loro aspetti internazionali. I lavori della Commissione durarono due anni e mezzo, con audizioni pubbliche e acquisizione di rapporti scritti anche di eminenti economisti (p.e. Paul Samuelsone Jacob Viner) e di diversi governatori di banche centrali estere. Il Report of the Royal Commission on banking and finance, pubblicato nel febbraio 1964, non ha molti contributi di dottrina originali a confronto con gli altri due rapporti contemporanei (Rapporto Radcliffe e Rapporto Wilde), tranne che su un punto, in cui andò contro corrente. I componenti la Commissione Porter credevano, infatti, nelle forze del mercato e si pronunciarono a favore dell’intensificazione della concorrenza e della deregolamentazione. Questa posizione era tutt’altro che popolare quarant’anni fa, in un periodo in cui quasi tutto l’Occidente era dominato dalla convinzione della necessità di controlli amministrativi per garantire l’efficienza dell’economia e del credito in specie. Buona parte delle raccomandazioni in senso liberale del Rapporto Porter sono state recepite al Bank Act e dal Bank of Canada Act del 1967.