RAPPORTO LAMFALUSSY

Denominazione abbreviata del Report of the Committee of Wise Men on the Regulation of European Securities Markets, noto anche come Comitato dei saggi, di cui era presidente Alexandre Lamfalussy. Nella Relazione, presentata il 15 febbraio 2001, si segnala il cattivo funzionamento e le lacune della regolamentazione dei mercati europei dei valori mobiliari e si raccomanda una riforma della legislazione in vigore. Vi si osserva che la regolamentazione del mercato finanziario europeo non è armonizzata, è troppo lenta, rigida e non adeguata alle esigenze e si sottolinea inoltre che le attuali legislazioni sono complessa e non correttamente applicate. Il Comitato ritiene che altri problemi provengono dal cattivo funzionamento dei sistemi di compensazione e di regolamento e proponedi procedere alla riforma della normativa attraverso quattro livelli. Il livello 1 è quello dei principi quadro, la cui adozione dovrà essere preceduta da una consultazione di tutti gli interessati da parte della Commissione. Il livello 2 dovrebbe attuarsi attraverso il lavoro coordinato delle autorità nazionali di regolamentazione, della Commissione e di un nuovo Securities Committee col compito di accelerare le riforme legislative e di dare attuazione ai principi quadro. Il Securities Committee dovrebbe concentrare il suo lavoro su un piano di modernizzazione delle regole relative agli investimenti e ai fondi pensione, di adozione di sistemi di accounting standardizzati e di predisposizione di un unico accesso a tutti i mercati finanziari del continente. Il livello 3 è quello della cooperazione delle autorità di regolamentazione nazionali per garantire un coerente recepimento delle conclusioni dei livelli 1 e 2. Il livello 4 dovrebbe procedere, sotto il controllo della Commissione, all’applicazione dei testi adottati. La relazione insiste inoltre sulla necessità di garantire trasparenza piena e istituzionalizzata per tutto il processo legislativo e di istituire un controllo interistituzionale prima di procedere nel 2004 a una revisione del sistema associandovi il Parlamento europeo. In seguito al Rapporto, al Consiglio europeo di Stoccolma del 23-24.3.2001, la Commissione ha fatto una serie di proposte per riformare il settore. Queste nuove misure dovrebbero entrare in vigore alla fine del 2003 ed integrano allo stesso tempo il Piano d’azione comunitario per i servizi finanziari presentato a fine 1998 e destinato ad essere realizzato da qui al 2005. Le misure decise consistono in tre punti: a) l’istituzione di due Comitati per la soppressione delle barriere all’integrazione e all’espansione dei mercati (Comitato europeo dei valori mobiliari, istituito dalla decisione 528/2001/CE della Commissione, del 6.6.2001 e Comitato delle autorità europee di regolamentazione dei mercati dei valori mobiliari-CERVM, istituito dalla decisione 527/2001/CE della Commissione, del 6.6.2001); b) una proposta di direttiva riguardante gli abusi di mercato per ristabilire la fiducia dei consumatori e a garantire la stabilità e la trasparenza dei mercati (abuso di informazioni privilegiate e manipolazione del mercato, aggiornando interamente la direttiva del 1989 relativa all’insider trading); c) una direttiva relativa ai prospetti, ossia ai documenti informativi che permettono agli investitori di verificare le attività e le passività, la situazione finanziaria, le perdite e i profitti e le prospettive della società emittente dei valori, così come i diritti legati ai titoli offerti al pubblico o introdotti in borsa. I lavori in corso riguardano la revisione della direttiva del 1982 relativa all’informazione periodica, la compensazione e il regolamento delle transazioni a livello europeo e la revisione della direttiva del 1993 concernente i servizi di investimento. Il Consiglio Ecofin del 16.10.2001 nel prender nota di un rapporto sulle misure per la lotta al finanziamento del terrorismo ha raccomandato l’accelerazione dei lavori relativi al punto b) sugli abusi di mercato e l’avvio di iniziative per rafforzare la collaborazione multilaterale in specie nell’azione contro il riciclaggio e nelle contromisure verso i Paesi non cooperativi.

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