OBIETTIVI INTERMEDI DELLA POLITICA MONETARIA
Insieme delle variabili monetarie (moneta, credito, tassi di interesse ecc.) alle quali le autorità di politica economica, commisurano l’impiego dei propri strumenti operativi nell’intento di conseguire un certo valoredegli obiettivi finali. Tali variabili rappresentano non solo un immediato obiettivo del singolo intervento operativo, ma anche un indiretto strumento della manovra economica complessiva. L’impiego di obiettivi intermedi quale diretto riferimento della politica economica, anziché di quelli finali, si spiega, oltre che con una maggior controllabilità, con una maggiore stabilità dei primi rispetto ai secondi. Il legame che intercorre tra strumenti ed obiettivi finali (il meccanismo di trasmissione della politica economica) è infatti assai indiretto e soggetto a numerose circostanze esterne al controllo delle autorità. L’incerta conoscenza dei comportamenti degli operatori e delle interrelazioni del sistema economico e la presenza di consistenti ritardi dell’azione di politica economica può far sì che la misura degli interventi, se regolata unicamente sulla base del valore assunto dagli obiettivi finali, risulti eccessiva o limitata ai fini del raggiungimento o del consolidamento di quegli stessi obiettivi. Nel novero degli obiettivi intermedi della politica economica italiana, a partire dal 1974 ha assunto particolare importanza la variabile credito totale interno, avendo fino ad allora avuto la prevalenza la variabile tasso di interesse a lungo termine. Nel corso degli anni Ottanta l’attenzione delle autorità monetarie si è progressivamente spostata dal credito alla quantità di moneta nell’ambito di una gestione della politica monetaria sempre più attenta al controllo delle condizioni di liquidità dell’economia e sempre meno accondiscendente nei confronti del disavanzo pubblico.