I PREZZI DELLE CRIPTO VALUTE (ENCICLOPEDIA)

Abstract

Le cripto valute sono mezzi di pagamento digitali decentrati, scambiati su catena a blocchi crittografati (blockchain). Il prezzo delle cripto valute dipende dalla domanda e dall’offerta sulla blockchain, oltre che dal funzionamento della blockchain. I rischi delle cripto valute influenzano i prezzi e i rendimenti e vanno ben compresi da parte dell’investitore, poiché non esistono meccanismi di assicurazione o controllo dell’investimento.

Introduzione

La moneta digitale ed elettronica si è sviluppata negli ultimi decenni, grazie soprattutto alle tecnologie informatiche che hanno permesso la creazione di mezzi di scambio digitale, veloci ed efficienti senza l’intervento delle banche centrali o di altra autorità pubblica, come il Tesoro o il Governo. Dagli anni 2000 si è sviluppata la tecnologia digitale della catena a blocchi (blockchain) criptata, che permette di creare e scambiare in modo sicuro i token, che sono le informazioni digitali associate al diritto legato alla transazione. La prima cripto valuta è stata il Bitcoin, introdotto nel 2009. Oggi, ogni giorno vengono create nuove cripto valute, e altre muoiono.

Le cripto valute sono asset digitali scambiati nella blockchain, che è una rete chiusa, in assenza di controllo pubblico e al di fuori dei mercati monetari ufficiali. Le cripto valute non hanno le stesse funzioni della moneta; in particolare, non sono considerate unità di conto, se non all’interno della blockchain dove sono scambiate. Ad esempio, il Bitcoin è unità di conto nella sua blockchain, mentre Ether è unità di conto nella blockchain Ethereum, ma non vengono normalmente utilizzate per esprimere prezzi di beni o servizi al di fuori delle comunità che li utilizzano. Le cripto valute possono essere scambiate con monete a corso legale in specifici mercati informatici definiti exchanges, a prezzi che fluttuano anche sensibilmente e che sono pubblicati su molti siti di informazione finanziaria.

La scarsa regolamentazione delle cripto valute e la forte variabilità dei prezzi di alcune di essi può creare tensioni sui mercati finanziari. Per questo motivo, il G20, nella riunione di Roma dell’ottobre 2021, ha sollecitato gli Stati a intervenire nel settore della finanza digitale, che rischia di creare rischi significativi per la stabilità finanziaria, di attrarre risorse di dubbia provenienza e persino di minare la fiducia nei governi.

 

Il mercato delle cripto

E’ importante comprendere il funzionamento del mercato delle cripto valute, che differisce profondamente dagli scambi monetari e finanziari tradizionali. Alcune cripto valute vengono immesse nella blockchain tramite la Initial Coin Offering (ICO); questo è un meccanismo, analogo a quello del collocamento delle azioni, in cui un soggetto propone un progetto di sviluppo tecnologico e lo apre ad investitori esterni al progetto. Si può aderire all’offerta al pubblico (ICO) di “cripto-attività” dando in cambio di altre cripto valute (i.e. Bitcoin, Ethereum, ecc.) oppure di moneta avente corso legale. Il numerario del progetto d’investimento è la cripto valuta e chi acquista i token partecipa al finanziamento del progetto. Dopo essere state collocate nella blockchain con l’ICO, le cripto valute possono essere scambiate (nel gergo minate) a un prezzo diverso da quello di collocamento. Altre vengono invece immesse attraverso il meccanismo del mining, con il quale i “minatori” risolvono gli algoritmi matematici che permettono la chiusura della blockchain  – tipicamente attraverso un uso intensivo di procedure computerizzate, con un elevato consumo di energia – e vengono retribuiti per la loro attività in cripto valuta. L’investitore deve avere un wallet criptato per acquistare le cripto sulla blockchain; il wallet ha una chiave di accesso univoca che non si può recuperare in caso di smarrimento o furto. Questa è una grande differenza con le password del home banking, che la banca permette di resettare. Si accede alla blockchain con un sistema crittografato sicuro che permette l’individuazione dell’utente, in forma anonima, e la conferma della presenza dei soldi nel wallet, a garanzia della transazione. L’investitore propone di acquistare sulla blockchain delle attività al prezzo che ritiene opportuno e se nella catena a blocchi qualcuno accetta la transazione, essa viene caricata, validata dai minatori, che fungono da meccanismo di convalida e garanzia e, quindi, finalmente avviene lo scambio. Nel wallet saranno caricate le cripto. Al contrario del mercato azionario, non esistono sistemi di blocco ai rialzi o ai ribassi e le oscillazioni di prezzo possono essere, quindi, molto forti. Le ICO possono anche fallire, se il progetto non viene accolto positivamente dagli investitori e non raccoglie il capitale necessario nella ICO.

La cripto valuta è il numerario della blockchain e finanzia il progetto di sviluppo proposto dai suoi creatori. La blockchain Ethereum, ad esempio, sviluppa la tecnologia di scambio di molte attività digitali come gli smart contracts che possono essere utilizzati nei database, nella sanità, nella sicurezza, nei media, nel entertainment, nelle elezioni e in molti altri ambiti che oggi neanche immaginiamo e la critpo valuta Ether raccoglie i fondi e finanzia lo sviluppo di Ethereum.

 

Cosa influenza il prezzo delle cripto valute

Il prezzo delle cripto valute rispetto alle monete a corso legale dipende dalla domanda e dall’offerta della cripto stessa sulla blockchain. L’aumento della domanda di una cripto spinge il suo prezzo verso l’alto, mentre una diminuzione lo riduce; la domanda è influenzata da molti fattori, tra i quali il business plan (whitepaper) alla base dell’emissione della cripto (Initial Coin Offering – ICO), la sua potenzialità di crescita e la popolarità tra gli utenti.

Il meccanismo di creazione e moltiplicazione delle cripto è fondamentale nel determinare il suo prezzo e la sua evoluzione nel tempo; questo dipende dalla blockchain in cui è scambiata la cripto e dal sistema di convalida delle transazioni che adotta. Ciascuna transazione viene verificata e validata all’interno della blockchain. La solidità del meccanismo del consenso è fondamentale vista l’assenza di autorità pubbliche che gestiscono e garantiscono il corretto funzionamento del mercato. Possiamo dividere in due grandi tipologie le tecnologie di consenso della blockchain: proof  of work e proof of stake.

Il sistema di blockchain che adotta la proof of work, come Bitcoin, prevede che, per confermare la transazione, almeno la metà più uno dei nodi della catena a blocchi debbano confermare la transazione. Per confermare la transazione, i nodi devono risolvere il problema matematico dell’algoritmo. Per via di questo meccanismo di conferma, non tutti gli ordini di acquisto o vendita inseriti nella catena a blocchi vanno a buon fine. La proof of work è un sistema matematico complesso, consuma molto energia elettrica ed è lento; una transazione ha bisogno anche di un’ora per essere validata.

In alternativa si sta sviluppando rapidamente il meccanismo di consenso della proof of stake, che prevede che i minatori che validano la transazione siano scelti in modo casuale sulla blockchain. Anche in questo caso per confermare la transazione i nodi devono risolvere il problema matematico dell’algoritmo per minare la cripto, ma il procedimento è più rapido. La proof of stakeha una esecuzione veloce, grazie al meccanismo casuale di scelta dei nodi dedicati alla convalida: utilizzata ad esempio nella blockchain  Ethereum, consuma meno energia elettrica e tempo e per questo si sta diffondendo molto rapidamente.

Con riferimento all’offerta di cripto valute, mentre nel sistema monetario tradizionale è la banca centrale (o il Tesoro) a decidere la quantità di moneta nel sistema, per le cripto è l’algoritmo della blockchain che definisce la quantità offerta.

Nel caso del Bitcoin, Satoshi Nakamoto ha definito una quantità massima di 21 milioni di Bitcoin che possono essere creati e i minatori competono per risolvere l’algoritmo al fine di trovarli. Il prezzo della cripto valuta cresce al crescere della domanda, ma non vi è un sistema di cap o floor dei prezzi. In questo modo il prezzo di Bitcoin tende a crescere sempre di più, man mano che l’algoritmo da risolvere diventa più difficile e le transazioni sempre più lente. Quando i 21 milioni di cripto saranno stati minati, si raggiungerà la stabilità del prezzo.

La cripto valuta della blockchain  Ethereum si chiama Ether; la blockchain ospita transazioni di smart contracts e di criptovalute. La peculiarità della rete Ethereum è che per poter partecipare alla rete peer-to-peer, i contratti di Ethereum “pagano” l'utilizzo della sua potenza informatica in Ether, che è sia una cripto valuta sia il “carburante” della blockchain. La piattaforma blockchain  Ethereum è di tipo open source, è stata sviluppata da V. Buterin nel 2013 e ogni utente può contribuire allo sviluppo del codice sorgente. Al contrario dei Bitcoin, non esiste un limite al numero di Ether che possono essere minati cioè offerti.

 

I rischi delle cripto valute

Le cripto valute sono asset finanziari di categoria molto rischiosa, scambiati fuori dai mercati regolamentati e privi di controllo governativo e di garanzia. Il rischio finanziario delle cripto valute dipende dalle specifiche caratteristiche di ciascuna ed è diversificabile nell’ambito di una strategia di portafoglio. In assenza di un riferimento, come ad esempio le attività di bilancio nel caso delle azioni di un’impresa, il valore delle cripto valute dipende in modo sostanziale dalle oscillazioni della domanda e dell’offerta, e, quindi, dalle aspettative sul valore futuro. Per questo motivo, i rischi complessivi delle cripto valute sono elevati, e devono essere ben compresi prima di effettuare un investimento. Le aspettative adottate dagli operatori nelle loro scelte d’investimento possono alimentare le bolle speculative, razionali e non; l’economia ha sistematizzato queste distorsioni nell’ambito della teoria macroeconomica (Blanchard, 1979) e della finanza comportamentale (Shiller, 2003).

Gli investimenti in cripto valute sono inoltre caratterizzati da altri profili di rischio, che possono essere sintetizzati nelle seguenti categorie.

Rischio operativo (informatico). Se l’investitore perde la password di accesso al wallet, perde anche il denaro lì investito. Nel recente passato alcuni trader in cripto hanno perso le password di accesso, per via di un improvviso decesso o per hackeraggi dei sistemi informatici e gli investitori non  hanno potuto recuperare nulla dei loro soldi.

Rischio di liquidità. La blockchain non ha un sistema di garanzia degli scambi, come nei mercati di borsa oppure con la cassa di compensazione, quindi è soggetta al rischio di liquidità.

Rischio di controparte. La blockchain non ha un sistema di garanzia degli scambi, come nei mercati di borsa oppure laddove è presente la cassa di compensazione, quindi è soggetta al rischio che la controparte non onori le proprie obbligazioni.

Rischio legale. Non esiste regolazione della blockchain e degli scambio che su di essa avvengono, quindi l’investitore si prende il rischio di non vedere più il proprio denaro, ad esempio nel caso di truffa nel collocamento della cripto valuta (ICO) o degli smart contracts.

Rischio fiscale. Allo stato attuale non esiste un chiaro sistema di tassazione delle transazioni in cripto e questo illude molti investitori, attirati dai rendimenti esentasse. Alcune autorità hanno osservato che le cripto attirano proventi di provenienza dubbia e illecita, alimentando la malavita e stanno aumentando i controlli. L’investitore in critpo valute deve quindi sapere che la tassazione può cambiare molto rapidamente.

L’ostacolo principale all’applicazione delle norme vigenti è l’assenza di dimensione geografica degli scambi; infatti, i confini nazionali non esistono nel mondo digitale. Le transazioni su blockchain anonime non permettono l’individuazione di un soggetto passivo d’imposta e, quindi, l’applicazione dell’imposta stessa. Il dibattito è ampio e il problema è di non facile soluzione.

Negli Stati Uniti l’acquisto e vendita di cripto è considerata attività di trading alla pari dello scambio di titoli finanziari, applicando relativi limiti e tassazioni; è però quasi impossibile dimostrare la residenza dell’investitore, requisito fondamentale per la tassazione, che è anonimo e, quindi, il gettito è bassissimo.

Dal 2022 è stata introdotta in Italia una tassazione sullo scambio di cripto valute; gli intermediari che acquistano e vendono cripto devono registrarsi come operatori in valuta. In Italia il soggetto passivo persona fisica che detiene oltre € 51.000 per almeno sette giorni deve dichiarare al fisco la plusvalenza e questa è tassata al 26%, analogamente alle operazioni in valute estere legali. Gli investitori che aprono un conto su un intermediario in cripto, vedono tassati i loro profitti.

 

Bibliografia

BLANCHARDl O. J. (1979), Speculative bubbles, crashes and rational expectations, Economics Letters,Vol. 3, Issue 4, pp. 387-389.

CONSOB, Le criptovalute,  https://www.consob.it/web/investor-education/criptovalute

OECD SECRETARY-GENERAL (2022) Tax Report to G20 Finance Ministers and Central Bank Governors, Indonesia, February.

SHILLER R. J. (2003). From Efficient Markets Theory to Behavioral Finance. Journal of Economic Perspectives, 17 (1): 83-104. DOI: 10.1257/089533003321164967 http://www.econ.yale.edu/~shiller/

 

Redattore: Chiara OLDANI

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