INNOVAZIONE E PREZZI ENERGETICI (ENCICLOPEDIA)

Tipo voce : Voci enciclopediche
Categorie:   Regolamentazione e vigilanza   |   Sostenibilità   |   Strumenti e mercati finanziari  

All’interno dell’ampio panorama del settore energetico, il petrolio rimane l’energia maggiormente utilizzata dai consumatori, siano essi privati o istituzionali (40% della domanda energetica circa). Ciò è da attribuirsi a diversi fattori, quali le sue specifiche caratteristiche legate direttamente alla struttura stessa, lo stato liquido facilmente trasportabile e utilizzabile rispetto al carbone, i bassi costi di produzione e l’ampio uso nel settore dei trasporti che rende tale risorsa ancora oggi indispensabile e imprescindibile nonostante i massicci investimenti nel settore delle fonti energetiche alternative. 
I dati sul consumo energetico mondiale nel 2008 indicano un consumo di 11 miliardi di Gtoe (GigaTons Oil Equivalent) l’anno, ripartito tra petrolio (per circa il 40%) carbone (per circa il 25%) gas (circa il 25%) e il resto derivante da fonti idriche o nucleari (queste ultime nell’ordine del 5%). 
In questo momento si assiste ad una continua crescita di domanda energetica, caratterizzata da continue oscillazioni della domanda e dei prezzi che, seppure in maniera diversa, avevano contraddistinto anche la precedente forte crescita del consumo energetico a cavallo degli anni sessanta e settanta, sfociata poi con i gravi shock del 1973 e 1979. Ulteriore elemento di particolare importanza è la difficoltà di predizione dei prezzi del petrolio riguardo alla quale Hamilton (2008) afferma che: "It is sometimes argued that if economists really understand something, they should be able to predict what will happen next. But oil prices are an interesting example (stock prices are another) of an economic variable which, if our theory is correct, we should be completely unable to predict".
Dietro l’oggettiva difficoltà di prevedere l’andamento dei prezzi, vi è la necessità di analizzare due diverse variabili che incidono in maniera parallela sulla dinamica di breve e lungo periodo dei prezzi del petrolio in primis ed energetici poi.
Da un lato troviamo le curve di domanda e d’offerta relative a fattori determinanti quali l’andamento dei costi marginali di produzione, il livello degli investimenti, la crescita economica e la sostituibilità del petrolio con altre fonti. Dall’altro, sia la struttura del mercato internazionale che le decisioni di politica economica assieme all’elemento speculativo, giocano un ruolo fondamentale nella formulazione del prezzo. Gli effetti degli andamenti di tali variabili all’interno delle più importanti piazze finanziarie, quali quella di New York (New York Mercantile Exchange – Nymex) o di Londra (London Commodity Exchange – Lce), le vertiginose contrattazioni e il proliferare di nuovi prodotti derivati energetici, rendono praticamente impossibile determinare il valore fondamentale del prezzo del petrolio o anche "chi e che cosa determina cosa"1
Il ruolo delle aspettative, di rialzi e ribassi del prezzo sono una determinante chiave tanto nella valutazione del prezzo stesso, quanto nelle previsioni di medio e lungo periodo. Variazioni, anche marginali nei fondamentali o nelle aspettative dei prezzi, generano effetti dirompenti sia dal lato dell’offerta che della domanda. 
Negli ultimi anni gli operatori di mercato hanno rivisto le proprie teorie riguardanti l’elasticità dell’offerta energetica rispetto agli incrementi dei prezzi dati i bassi livelli degli investimenti, ed il fatto che le grandi compagnie petrolifere trovino estremamente difficile pianificare la gestione delle loro riserve. L’insoddisfacente livello degli investimenti in nuove tecnologie, l’andamento crescente della curva dei costi marginali di produzione e trasporto del petrolio, porta in maniera ineluttabile i costi unitari dell’offerta energetica ad oscillazioni non facilmente prevedibili2, nonostante la sofisticatezza degli strumenti teorici-econometrici adoperati per le previsioni.
Se da un lato non vi è alcun dubbio riguardo al carattere dell’esauribilità delle fonti fossili, ed in particolare del petrolio, è decisivo dall’altro, per una corretta impostazione delle strategie e delle azioni nel settore energetico, stabilire se i tempi in cui si realizzi un massiccio uso delle energie rinnovabili siano dettati dall’effettiva progressiva indisponibilità del petrolio, ovvero da ragioni politiche o economiche. Riguardo la disponibilità del petrolio, stime recenti quali quelle della Exxon Mobil o dell’ "Oil and Gas Journal", valutano in circa 1200 miliardi di barili le cosiddette "riserve accertate" di petrolio. Vi sono ampie discussioni riguardo tali dati, tra le quali spicca il dibattito sulla concentrazione delle riserve e sul carattere della iniqua distribuzione delle stesse in pochi paesi medio-orientali. Oltre al carattere delle riserve accertate vi è anche un altro elemento fondamentale da notare, ossia le "riserve probabili" e le "riserve non convenzionali" quali sabbie e scisti bituminosi. E di qui il ruolo che devono giocare la politica e l’economia nell’innescare un circolo virtuoso tra investimenti e ricerca in nuove tecnologie al fine di trasformare le riserve probabili e quelle non convenzionali in effettive riserve in grado di incidere in maniera sostanziale sull’offerta mondiale di energia. In tale contesto assumono un’importanza fondamentale le decisioni strategiche di investimento delle compagnie petrolifere che al fine di minimizzare i costi di esplorazione e ricerca hanno preferito acquisire piccole società operanti in piccoli giacimenti piuttosto che investire in nuovi giacimenti presso aree pressoché disperse.
Altro elemento di fondamentale importanza è il grado di concentrazione dell’industria petrolifera tesa a favorire un coordinamento oligopolistico sempre maggiore dell’offerta sia corrente che futura. A tal riguardo, essendo il mercato dell’energia uno dei più oligopolistici al mondo nonché uno dei più controversi, e considerando che la produzione, l’esplorazione e la distribuzione è concentrata tra un ridotto numero di compagnie, gli investitori che operano in tale settore tendono ad avere una distorsione verso il sotto-investimento essendo alle prese con incentivi asimmetrici. Considerati i livelli relativamente contenuti di investimenti, a fronte di uno shock capace di portare la domanda energetica ad un livello inaspettatamente maggiore rispetto alle previsioni, il livello dei profitti crescerà immediatamente. 
Il prezzo del petrolio, sebbene rimanga il pilastro dell’intera struttura dei prezzi internazionali, non è certamente l’unico parametro di riferimento in tale settore. Le quotazioni del metano e del carbone sono elementi imprescindibili tanto negli scenari di previsione quanto nelle decisioni di investimento.
In tale quadro di riferimento investimenti nella tecnologia energetica sono considerati fattori fondamentali per uno sviluppo sostenibile sia da un punto di vista microeconomico, per le ricadute sul singolo consumatore, che da quello macroeconomico, rappresentando i costi monetari dell’offerta energetica una componente fondamentale del prodotto interno lordo capace di incidere in maniera significativa sulla bilancia dei pagamenti dei paesi importatori di energia. 
Nell’ultimo secolo le nuove tecnologie hanno giocato un ruolo centrale nell’evoluzione del settore energetico attraverso sia miglioramenti nelle tecniche d’estrazione delle risorse, che nei metodi di conversione energetica e utilizzo degli investimenti in R&S per le energie rinnovabili. 
Il ruolo dell’innovazione nel cambiare la traiettoria dell’economia energetica è straordinariamente determinante nonostante tale processo non assuma un percorso lineare attraverso il quale a tot input corrispondono tot output a causa della mancanza di risultati diretti, determinati da livelli predefiniti di investimenti.
I policy maker, gli operatori, e i partecipanti al mondo energetico affermano che l’innovazione è un’attività pervasiva e continua delle imprese all’interno di un’economia globale sempre più competitiva. Investimenti in tale direzione riducono i costi d’offerta energetica sia a livello micro che macro, con il fine di agevolare la commercializzazione e la diffusione di prodotti a basso consumo energetico e sempre meno oil-dependent. 
Nello scenario attuale le continue oscillazioni tra domanda e offerta energetica degli ultimi mesi hanno prodotto tensioni nei mercati finanziari anche se con nette differenze rispetto alle crisi precedenti, dove gli alti livelli dei prezzi causarono una recessione e una riduzione della domanda energetica riflettendo una decisione di politica economica derivante da un taglio dell’offerta. 
Oggigiorno gli alti prezzi del petrolio sono determinati da diversi fattori quali una crescente domanda energetica, un’altalenante economia globale divenuta ormai meno energy-intensive, una bassa elasticità dei prezzi ed il fallimento delle politiche dei Governi di aumentare la produzione energetica a fronte di shock imprevisti. 
Perciò è lecito credere che la risposta maggiormente concreta e sostenibile nel medio-lungo periodo debba provenire da innovazione nel settore, piuttosto che da un consistente aumento nell’offerta di energia convenzionale o, ancor meno, da una ipotetica caduta della domanda nel breve periodo. Il petrolio e il gas non saranno più in grado di rappresentare ancora il 60 o 70% della domanda energetica complessiva e si dovrà necessariamente far ricorso a fonti alternative. L’adozione di policy necessarie per affrontare in maniera esaustiva e vincente la sfida del problema energetico, non potrà prescindere da virtuose politiche in materia di risparmio energetico, dello sviluppo di sistemi di generazione e dell’aumento della concorrenza tra gli operatori che operano in tale settore. 
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1 Alberto Clo’ "Il rebus energetico" 2008, edizioni Il Mulino Contemporanea.
2 A tale riguardo e’ interessante notare come "The Economist" del 5-03-1999 nell’articolo "The next oil shock" previde il prezzo del petrolio tra i 5 e i 10 dollari al barile per i mesi seguenti alla primavera del 1999.

Bibliografia
AMBUJ D. Sagar e VAN DER ZWAAN  B. (2006) "Technological innovation in the energy sector: R&D, deployment, and learning-by-doing" Energy Policy 34, 2601–2608.
CLO'  A. "Il rebus energetico" 2008, edizioni Il Mulino Contemporanea.
ELEKDAG S., LALONDE R., LAXTON  D., MUIR  D. e PESENTI P., (2008) "Oil price movements and the global economy: A model based-assessment", Working Paper 13792 Nber. 
HAMILTON  J.D (2008) "Understanding Crude Oil Prices" NBER Working Paper n.14492.
LITCHTENBERG  F. R. (1986), "Energy prices and induced innovation", Research Policy 15: 67-75 
POPP  D. (2002) "Induced Innovation and Energy Prices," American Economic Review, 92,160-180.
SAGAR  A.D. e HOLDREN J.P (2002) "Assessing the global energy innovation system: some key issues". Energy Policy 30, 465-469. 
THE ECONOMIST "The next oil shock" (5-03-1999).

Redattore: Claudio DICEMBRINO
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