EFFICIENZA DEL MERCATO (ENCICLOPEDIA)
In un mercato efficiente in senso informativo le variazioni di prezzo risultano non prevedibili nella misura in cui i prezzi incorporino completamente le aspettative e l’informazione a disposizione dei partecipanti al mercato. Fama (1970) riassume tale concetto sostenendo che un mercato in cui i prezzi riflettono in qualsiasi momento e pienamente l’informazione disponibile è definito "efficiente". Le condizioni sufficienti per definire efficiente il mercato sono particolarmente stringenti:
1. esistenza di una pluralità di investitori che agiscono in modo razionale (cercando il massimo profitto) e non collegato tra loro (sono price-takers);
2. il set d’informazioni (definito con I) è disponibile per gli agenti economici senza costi nei vari istanti di tempo t;
3. gli investitori hanno aspettative omogenee, quindi sono concordi circa l’effetto che l’informazione dovrebbe produrre sul prezzo presente e futuro dei titoli;
4. non esistono costi di transazione ed imposizione fiscale.
Malkiel (1992) aggiunge che l’efficienza considerata rispetto ad un determinato set informativo I implica l’impossibilità di conseguire profitti mediante l’attività di trading fondata sul medesimo set informativo. In sostanza, se i prezzi non registrano variazioni in seguito alla divulgazione di specifiche informazioni, allora il mercato può essere a ragione considerato efficiente rispetto al suddetto information set. Naturalmente, con riferimento alle precedenti affermazioni, emerge con chiarezza la questione delle asimmetrie informative, tema cruciale nella moderna teoria economica.
La tassonomia classica in materia di efficienza dei mercati prevede la seguente suddivisione:
- Efficienza in forma debole: il set informativo include esclusivamente la "storia passata" dei prezzi;
- Efficienza in forma semi-forte: il set informativo include tutte le informazioni pubblicamente disponibili (ad es., previsioni sugli utili fornite dagli analisti, comunicazioni periodiche obbligatorie per la specifica impresa, ed ovviamente la "storia passata" dei prezzi, etc…);
- Efficienza in forma forte: rappresenta un livello di efficienza superiore ai due precedenti ed implica che l’information set I contenga tutte le informazioni conosciute da ciascun partecipante al mercato. Si tratta, indubbiamente, di un contesto difficilmente riscontrabile nella realtà dei mercati finanziari.
Recuperando il concetto brevemente introdotto in precedenza circa la non prevedibilità dei rendimenti azionari, la loro natura essenzialmente "random" potrebbe generare confusione e merita alcune precisazioni puntuali. Difatti, gli individui sono generalmente indotti a ritenere che in un contesto di efficienza i prezzi azionari debbano seguire un percorso sostanzialmente "piano" (smooth) anziché casuale. In realtà, la assunzione di "randomness" consiste nel supporre improbabile una serie di ridottissime variazioni in aumento (o in diminuzione) da parte del prezzo di un determinato strumento. Qualora il prezzo sia in procinto di aumentare, tale incremento avverrà in un’unica soluzione anzichè attraverso una serie di variazioni di modesta entità. In tal senso, risulta piuttosto complesso conseguire profitti in quanto il prezzo si modifica rapidamente non appena le informazioni risultano disponibili ai partecipanti al mercato. Il risultato è un processo casuale relativamente ai prezzi di successive transazioni piuttosto che un percorso di continuità.
Contrariamente all’opinione generalmente diffusa, dunque, il concetto di efficienza affrontato non richiede che il prezzo di mercato coincida sistematicamente con il true value, bensì implica che gli errori nel prezzo di mercato siano unbiased. In sostanza, i prezzi possono conoscere un aumento o una diminuzione ma tali deviazioni dal true value devono essere random, ossia la probabilità di sovra/sotto-valutazione di una azione si assume identica in qualsiasi istante temporale (non prevedibilità dei valori futuri). Inoltre, tali deviazioni devono risultare non correlate rispetto a qualsiasi variabile osservabile. Conseguenza del precedente ragionamento è che, qualora le deviazioni del market price dal true value siano random, nessun gruppo di investitori sarebbe in grado di individuare titoli sovra/sotto-valutati adottando le strategie di investimento note.
E’, altresì, possibile che alcuni mercati siano efficienti al contrario di altri, o che uno specifico mercato sia efficiente relativamente ad un determinato gruppo di investitori e non rispetto ad uno alternativo: è la conseguenza diretta di differenze riguardanti le aliquote ed i costi di transazione, elementi in grado di conferire vantaggi a specifiche categorie ostacolando l’operato di altre.
L’ipotesi del mercato efficiente può essere formalizzata nel modo seguente:
a.
b. ,
in cui:
It-1 è il set d’informazione disponibile al tempo t-1; tale set è determinante per la definizione del corso dei titoli al tempo t-1 e di quello atteso al tempo t;
è il set informativo utilizzato dagli operatori;
Pt è il prezzo dell’azione al tempo t;
ed sono le funzioni di distribuzione di probabilità condizionata della quotazione del titolo all’istante t.
La prima espressione delle due precedentemente enunciate (ipotesi a.) afferma che tutti gli input informativi disponibili al tempo t-1 sono utilizzati dal mercato in modo istantaneo. La seconda, invece, asserisce che la funzione è formulata dagli investitori considerando l’insieme delle informazioni esistenti all’istante t-1. La stessa equazione implica la seguente uguaglianza:
. Sinteticamente, possiamo stabilire che la ipotesi di mercati efficienti suggerisca un processo di formazione dei prezzi caratterizzato dal successivo sviluppo logico:
1.il set It-1, liberamente disponibile, è utilizzato dagli investitori () per formulare la previsione sulla distribuzione di probabilità ed il valore atteso del prezzo all’istante t;
2. esplicitate le aspettative, il mercato, sulla base di uno specifico modello di equilibrio (ad esempio, secondo la nozione di Security Market Line), determina il rendimento atteso di equilibrio ;
3. proseguendo, il rendimento atteso di un periodo può essere definito nel seguente modo:
E(R t|I*t-1) = [E(Pt|I*t-1)-Pt-1] |Pt-1
Pertanto, il prezzo atteso sarà:
E(P t-1| I*t-1) = [1+ E(R t-1| I*t-1)] Pt-1
4. conseguentemente, il prezzo del titolo al tempo t-1 dovrà essere la seguente:
Pt-1= E(Pt|I*t-1) / [1+ E(R t|I*t-1)]
In altri termini, se Pt-1 non è coerente con il prezzo ed il rendimento attesi, la quotazione all’istante t-1 è destinata a subire una variazione. Ai fini di un ulteriore chiarimento, qualora registrassimo:
Pt-1< P(e)t-1 , considerando E(Rt| I*t-1) ed E(Pt| I*t-1) il prezzo al tempo t-1 è destinato ad aumentare con tempestività in presenza di un flusso istantaneo di acquisti: se quanto descritto si verifica effettivamente (i.e., Pt-1= P(e)t-1), si registrerà un rendimento realizzato coincidente con quello di equilibrio (tale return comprende il costo per l’acquisto dell’informazione). Relativamente alla uguaglianza Pt-1 = P(e)t-1, essa suggerisce l’esatta e completa incorporazione del set informativo I t-1 all’interno del prezzo corrente; tuttavia, affinché questo fenomeno si realizzi, è necessario che il suddetto information set sia interamente riflesso in E(Rt | I*t-1) ed E(Pt | I*t-1). Dunque, deduciamo l’impossibilità, in tali circostanze, di conseguire extra-rendimenti attivando al tempo t-1 scambi fondati sulla conoscenza del set It-1. L’adeguamento di Pt-1 al suo valore di equilibrio avviene con rapidità perché il set informativo risulta disponibile per tutti nel medesimo istante ed è correttamente interpretato dagli operatori.
Bibliografia
FAMA E. F., 1991, Efficient Capital market: II, in Journal of Finance, Vol. 46, No. 5 (dicembre), pp. 1575-1617;
GROSSMAN S. J. e STIGLITZ J. E., 1980, "On the Impossibility of Informationally Efficient Markets", in American Economic Review, Jun 1980, Vol. 70(3), pp. 393-408;
FAMA E. F., 1970, Efficient Capital Markets: A Review of Theory and Empirical Work, in Journal of Finance, Vol. 25(2), pp. 383-417;
GROSSMAN S. J., 1976, "On the Efficiency of Competitive Stock Markets Where Traders Have Diverse Information", in Journal of Finance, Vol. 31 (maggio), pp.573-85.
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